“Che bruciore di stomaco!”, chissà quante volte ti è capitato di dire o sentire questa esclamazione, è uno dei segnali del reflusso gastroesofageo, un disturbo molto diffuso e altrettanto sottovalutato.
Cos’è il reflusso gastroesofageo. Quando mangiamo, il cibo passa dall’esofago allo stomaco per poi continuare il ciclo della digestione. È proprio nel passaggio tra esofago e stomaco che può verificarsi, a volte, qualche problema: i due organi comunicano attraverso una valvola che si chiude una volta concluso il passaggio del cibo nello stomaco. Se la valvola resta aperta, i succhi gastrici risalgono verso l’esofago provocando la sgradevole sensazione di bruciore acido, rigurgito o salivazione eccessiva.
Cause del reflusso gastroesofageo. Possono essere tanti i motivi per cui la valvola non si chiude come dovrebbe, tra i maggiori ricordiamo:
- cattive abitudini alimentari
- coricarsi subito dopo aver mangiato
- portare abiti troppo stretti “alla bocca dello stomaco”
- l’assunzione di farmaci che causano o accentuano il problema
- la presenza di un’ernia iatale
- il malfunzionamento della valvola
A ben guardare, la metà delle possibili cause sono da attribuire a cattive abitudini e stili di vita sbagliati, quindi possiamo provare a porre rimedio al reflusso gastroesofageo cambiando il nostro comportamento.
Capita più o meno a tutti di avere un po’ di reflusso, soprattutto ad anziani e neonati, e normalmente neanche ce ne rendiamo conto. Altre volte, invece, il reflusso è così ricorrente e fastidioso da non essere più un semplice disturbo bensì una patologia, tanto che si parla di malattia da reflusso gastroesofageo.
In tal caso è meglio rivolgersi subito a un gastroenterologo che possa dare indicazioni sul da farsi.
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