C’è una nuova sindrome che colpisce circa un terzo della popolazione: è la sindrome del jetlag sociale, un disagio attribuito alla spossatezza e alla sonnolenza tipici dei repentini cambiamenti di fuso orari, e che oggi si estende a tutti i contesti della vita.
La sindrome del jetlag sociale definisce tutti quei piccoli e costanti disturbi quotidiani dovuti ai ritmi frenetici dettati dagli impegni di lavoro, e spesso anche della famiglia. Succede quindi che l’orologio biologico, diverso da un individuo all’altro, sia costretto ad adattarsi ai tempi richiesti dalla vita sociale. Lo scarto tra i bisogni dell’organismo e quello dei doveri sociali, provoca una serie di stress in tutto simili a quelli a cui il corpo si sottopone passando da un fuso orario all’altro. In questo senso, è come se vivessimo in perenne viaggio tra Pesi lontanissimi tra loro.
Quali sono gli effetti del jetlag sociale? Innanzitutto la mancanza di sonno perché, se è vero che alcuni individui riescono a stare bene dormendo poche ore, è vero anche che molti altri sono costretti a forzare l’orologio biologico per far fronte agli impegni lavorativi e familiari: dormire più a lungo nel week end è solo una magra consolazione, e non certo una soluzione al problema. E cosa si fa quando si ha sonno e non si può dormire? Si mandano giù tante, troppe tazzine di caffè, o si beve più alcol, comportamenti che a lungo andare ledono alla salute.
Inoltre, pare ci sia una stretta relazione tra il jetlag sociale e l’obesità: chi dorme poco, tende a mangiare e dunque a ingrassare più di chi dorme le giuste ore, quelle richiesta dal proprio bioritmo.
Il segreto per evitare la sindrome del Jetlag sociale è semplice: laddove si può, bisogna assecondare i ritmi naturali del corpo, magari rigenerarsi con la luce del sole all’aria aperta, e dimenticare quella artificiale al chiuso di un ufficio.
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