La vita di molti artisti è caratterizzata dalla sofferenza ma, soprattutto, dalla solitudine. Dall’osservazione delle personalità più originali, innovative e solitarie, è così emersa la convinzione che le persone solitarie sono quelle più creative. Abbiamo chiesto alla Dott.ssa Nastasi se è davvero così e perché, questa è la sua risposta:
“Nel corso della vita ognuno di noi prova l’esperienza della solitudine, ma non esiste un solo tipo di solitudine.
La solitudine che fa paura genera solo sofferenza perché crea una sensazione di vuoto, di mancanza, di tristezza.
L’isolamento voluto e ricercato, invece, facilita la creatività perché permette di entrare in contatto con i propri sentimenti più intimi, riorganizzare le idee, uscire dalla razionalità, aumentare le capacità intellettuali, trovare l’intimità che consente di creare, di crescere, di cercare, di contattare il sé più profondo.
Per aprirsi alla creatività, dunque, è necessario acquisire la capacità di fare un uso costruttivo della solitudine. Molti artisti e creativi ricercano la solitudine che, incentivando la crescita dell’immaginazione creativa, può aiutarli a produrre il loro lavoro migliore.”
Vuoi indagare altri aspetti della solitudine? Contatta la Dott.ssa Giovanna Maria Nastasi e suggeriscici un nuovo argomento.
La solitudine nel lavoro creativo non è sempre necessaria, nella mia esperienza è stata una condizione ottimale in cui ho potuto rendere al massimo. Il confronto e gli stimoli che possono dare gli altri sono importanti e ne lavoro di gruppo si affina meglio un progetto, soprattutto dal punto di vista commerciale. Però la genuinità e la completezza dell’espressione creativa si esprime al massimo nella concentrazione della solitudine. Ho conosciuto persone che lavorano in gruppo, tra i designer è diffuso, così esprimono una sintesi di varie creatività individuali per esigenze imposte dal mercato..
Parole sante! I migliori risultati delle mie creazioni e le migliori innovazioni sono nate dalla giusta solitudine, quella che viene indicata nell’intervista dalla Dottoressa. Infatti essere in solitudine non vuol dire essere soli, ma assimilare gli stimoli e le sollecitazioni esterne ed elaborarle con la giusta concentrazione. La creatività aumenta e migliora, Parola di designer!
Buongiorno Francesco,
quindi secondo la tua esperienza pensi che la solitudine sia necessaria per le persone che svolgono lavori creativi? Siamo curiosi di sapere se nella tua esperienza hai incontrato colleghi o altri creativi che lavorano bene anche senza “isolarsi”.
Grazie per il tuo contributo al post e alla discussione.