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Sonnolenza in gravidanza: cosa fare

Sonnolenza in gravidanza
Sonnolenza in gravidanza - www.istockphoto.com






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La sonnolenza in gravidanza non è un disturbo ma una condizione talmente normale e naturale da essere definita fisiologica. Durante la gestazione le future mamme sperimentano un’astenia diversa dalla solita stanchezza.

 

Perché la donna in dolce attesa ha tanto sonno?

Perché il corpo femminile cambia repentinamente per prepararsi ad accogliere, nutrire e far crescere una nuova vita dentro di sé: un solo corpo deve soddisfare le esigenze vitali di due organismi.

 

Al pari di nausea e debolezza, la sonnolenza in gravidanza è uno dei sintomi dell’inizio della gestazione. È un segnale che il corpo invia alla donna per dirle che qualcosa di nuovo sta accadendo e c’è bisogno di assecondare l’organismo. Nausea e stanchezza sono due meccanismi di difesa atavici giunti fino a noi per tutelare la gestante: la nausea serviva a vagliare gli alimenti per schivare quelli non commestibili; il sonno intenso consentiva di sospendere i lavori femminili o quanto meno di evitare quelli più pesanti. Oggi questi rischi sono stati sostituiti da altri, come per esempio ritmi serrati, traffico, impegni professionali non sempre gestibili con elasticità. Eppure oggi come in passato è necessario assecondare i segnali inviati dal corpo.

 

Gli ormoni sono i maggiori responsabili della sonnolenza in gravidanza specie nel primo trimestre, quando aumenta il livello di Hcp – Gonadotropina Corionica Umana – prodotta dal trofoblasto (la futura placenta) e necessario per l’impianto e la crescita dell’embrione nelle prime settimana in attesa che si completi la formazione della placenta. Cresce anche il livello di progesterone, lo stesso ormone che causa calo d’umore e irritabilità nel periodo premestruale per poi tornare a livelli inferiori, a differenza di quanto accade nei nove mesi di gestazione.

Nei primi tre mesi, la sonnolenza in gravidanza è dovuta anche a una ridotta pressione arteriosa e a un calo di glicemia, la diminuita presenza di zuccheri nel sangue che provoca capogiri e svenimenti.

 

In linea di massima il secondo trimestre è quello relativamente più sereno perché il corpo femminile si è abituato alle trasformazioni più profonde e la donna comincia a convivere con maggiore tranquillità con l’idea di diventare mamma.

 

L’astenia torna nel terzo trimestre. A questo punto il feto ha raggiunto dimensioni e peso notevoli che gravano sulle ossa causando mal di schiena, spossatezza e difficoltà di movimento. Ciò si ripercuote sulla qualità del sonno specie per le donne abituate a dormire in posizione prona e, durante la notte, diventa frequente lo stimolo della minzione. Se a tutto questo si aggiunge la preoccupazione per il momento del parto è comprensibile quanto la gestazione possa pervadere ogni aspetto della vita femminile.

 

Come affrontare la sonnolenza in gravidanza?

La risposta giusta è anche quella più banale: assecondando il bisogno di riposo. È bene che prevalga il buonsenso: piuttosto che bere thè, caffè e bevande energetiche sconsigliati in dosi elevate, è meglio andare a letto prima, concedersi un riposino post prandiale di 15-20 minuti o prendersi una breve pausa in ufficio, tornare a casa dopo il lavoro per rilassare le gambe sul divano e dare riposo alla schiena.

 

In assenza di complicanze, per sopportare meglio la sonnolenza in gravidanza i ginecologici consigliano di fare un po’ di movimento all’aria aperta, come una passeggiata di mezz’ora, o camminare sul tapis roulant; dormire sul fianco sinistro mettendo un cuscino tra le gambe e abbracciando il pancione con il braccio destro è un modo efficace per favorire il buon riposo notturno.

 

Se la sonnolenza in gravidanza è così insopportabile da diventare patologica, è necessario riferire il sintomo al proprio ginecologo che valuta la possibilità di prescrivere integratori – acido folico, ferro, sali minerali – per supportare le esigenze fisiologiche di donna e feto.


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