Verso i 50 anni le donne entrano in una nuova e delicata fase della propria vita, la menopausa. È un evento fisiologico che segna la fine dell’età fertile ed è contraddistinto da una serie di disturbi psico-fisici dei quali le vampate sono solo i più noti.
Sonnolenza in menopausa: perché?
A un anno di assenza dall’ultimo ciclo mestruale la donna può dirsi in menopausa e certa della fine dell’attività ovarica. L’inizio della menopausa corrisponde all’arrivo della mezz’età in cui la donna, all’improvviso, deve imparare a convivere con un alterato equilibrio ormonale: la cessata produzione di estrogeni e progesterone.
La sonnolenza in menopausa è una delle conseguenze più immediate e meno indagate del climaterio. Il 25-50% delle donne in menopausa lamenta disturbi del sonno contro il 15% della popolazione generale, e le donne insonni toccano punte del 61%. Lo squilibrio ormonale è il diretto responsabile dei disturbi del sonno durante il climaterio e la mancanza di un riposo ristoratore acuisce i disturbi tipici della menopausa come le vampate, l’ansia, l’irritabilità, il respiro difficoltoso e la depressione.
I disturbi del sonno in menopausa
Le cosiddette caldane sono un’intensa sensazione di calore istantaneo che, partendo dal viso, si irradia al torace causando sudorazione e necessità di liberarsi degli indumenti di troppo. Le vampate notturne compromettono la continuità e la qualità del sonno. Se questi episodi sono frequenti, il risultato è una diffusa sensazione di stanchezza e sonnolenza in menopausa.
Lo squilibrio ormonale del climaterio causa anche il rallentamento del metabolismo e l’accumulo di chili in eccesso che, in alcuni casi, può portare all’obesità. Tra le conseguenze di questa condizione c’è la difficoltà di dormire bene. È risaputo che chi è in sovrappeso manifesta alcuni disturbi del respiro –apnea notturna – che pregiudicano la qualità del sonno. Si pensa, inoltre, che la cessata produzione di estrogeni esponga la donna in menopausa al rischio di russamento, rischio contro il quale in età fertile era protetta grazie proprio agli estrogeni.
La sonnolenza in menopausa è data anche dalla fibromialgia, un disturbo doloroso del sistema muscolo-scheletrico caratterizzato da ipersensibilità e rigidità muscolari. Con l’affezione dolorosa è difficile dormire e, allo stesso tempo, dormire poco e male inasprisce la sensazione di dolore in tutto il corpo.
Trattamenti contro la stanchezza del climaterio
Come abbiamo visto finora, i malesseri della menopausa derivano in gran parte dall’assenza di due ormoni per questo, per migliorare la qualità della vita, si può ricorrere alla TOS – Terapia Ormonale Sostitutiva – che reintroduce nell’organismo femminile gli estrogeni e il progesterone. La terapia ormonale sostitutiva non è terapeutica per tutte le donne anzi, in alcune aumenta il rischio di contrarre malattie cardiovascolari, demenza e tumore al seno. Il medico ginecologo esegue una serie di analisi per valutare l’impatto della TOS sulla paziente e, se è il caso, prescrive l’assunzione di ormoni per un tempo limitato e in una specifica formulazione a scelta tra gel, compressa, cerotto, crema o iniezione.
Le donne che ricorrono alla terapia ormonale sostitutiva tornano a dormire meglio sperimentando una significativa diminuzione della sonnolenza in menopausa e una riduzione generale dei sintomi propri del climaterio.
Alla fine del periodo fertile, la donna deve imparare a convivere con un corpo che ha nuove esigenze. Per questo, all’eventuale ricorso al TOS deve affiancarsi uno stile di vita basato su alimentazione equilibrata, cena leggera, cibi poco o affatto piccanti, attività fisica moderata e costante, niente fumo e alcol. Inoltre, altri consigli utili per tollerare i disturbi della menopausa sono vestirsi a strati per alleggerirsi con l’arrivo delle vampate, arieggiare la camera da letto per assicurare un ambiente fresco e confortevole, evitare situazioni di stress o affrontarli con l’aiuto di tecniche di rilassamento come yoga, meditazione e massaggi.
Fonti: www.assirem.it, www.remifemin.it.