Salutare, dannosa, vietata, concessa. La sigaretta elettronica è il dispositivo anti-fumo più chiacchierato degli ultimi mesi. Tra pareri discordanti e dichiarazioni più o meno contro o a favore, il Governo si è espresso sull’ultima spinosa questione riguardante l’e-cig: la tassa sulla sigaretta elettronica ci sarà.
Ricorderete che l’e-cig ha destato facili entusiasmi fin dalla sua prima apparizione sul mercato, e altrettanto prevedibili accuse o atteggiamenti di cautela. Fino a qualche settimana fa, il dibattito era incentrato sul vietare o meno l’uso della sigaretta elettronica a scuola e nei luoghi pubblici, oggi l’argomento di discussione è la tassa sull’e-cig.
La tassa sulla sigaretta elettronica è pari al 50-60% del suo costo, comprese le ricariche e le parti sostituibili. Una tassazione molto pesante che, oltre a provocare l’indignazione dei cosiddetti “svaporatori”, preoccupa chi le sigarette elettroniche le fa e le distribuisce nel rispetto della legge. Si prevede, infatti, che i fumatori di e-cig preferiranno acquistare prodotti scadenti, di dubbia provenienza e quindi pericolosi, piuttosto che pagare una tassa sulla sigaretta elettronica dalla produzione e provenienza trasparente.
Secondo noi, il rischio vero è un altro: la sigaretta elettronica è nata per dissuadere dal vizio fumo, ma funziona davvero? E soprattutto: questa polemica e queste norme severe impediranno davvero ai fumatori incalliti di rinunciare al proprio vizio o alimenteranno il mercato illegale? Vedremo cosa succederà.