Con la diffusione sempre più capillare di smartphone e tablet assistiamo a un fenomeno che, fino a 10 anni fa, interessava le donne a partire dalla mezza età: la comparsa delle rughe sul collo, inestetismo che da oggi ha un nome più trendy: Tech neck.
Tech neck, letteralmente, il “collo tecnologico” o “da tecnologia”, è riconoscibile dalle rughe profonde sulla cute, conseguenza diretta della postura prolungata e ripetuta che si assume più volte al giorno per consultare il web attraverso smartphone e tablet.
Rughe e tecnologia: quale relazione?
A evidenziare la relazione tra rughe e tecnologia è stato il Dott. Christopher Rowland Payne, consulente dermatologo di The Lindon Clinic. Il cellulare, per esempio, si usa più per navigare che per telefonare, e basta guardarsi attorno per notare che tutti, o quasi, guardiamo lo schermo tenendo lo smartphone in basso rispetto agli occhi, diciamo più o meno all’altezza del torace. È una postura particolarmente diffusa tra le donne di età compresa tra i 18 e i 39 anni, e che facilita la comparsa delle rughe sul collo molto prima della mezza età.
Le rughe, però, sono solo una delle tante spiacevoli conseguenze dell’uso dei dispositivi tecnologici in posizioni sbagliate. Pensiamo, per esempio, alle guance cadenti e, ancor di più, al torcicollo, alla sensazione di indolenzimento all’altezza della nuca e di tensione alle spalle. Sono disturbi divenuti molto comuni di pari passo con l’uso costante di smartphone e tablet. Perché? La testa di una persona adulta ha un peso che oscilla tra i 3 e i 5kg, e tenere il capo abbassato per leggere sullo schermo vuol dire costringere il collo a sopportare una pressione pressoché costante e innaturale. Senza considerare che il contatto troppo ravvicinato dello sguardo alla luce blu emessa dagli schermi può facilitare l’insorgenza di disturbi oculari, specie tra i bambini che giocano con smartphone e tablet sin dalla più tenera età.
Ci sono soluzioni contro il Tech neck?
Niente di più semplice: per evitare problemi agli occhi e rughe e dolori muscolari al collo, si possono usare le cuffie o alzare lo schermo all’altezza dello sguardo e non viceversa.
Come vedete, la soluzione è semplice questione di buon senso.
Fonte e approfondimenti: Leonardo.it