Qualunque colpo alla testa potrebbe essere definito un trauma cranico, ma non tutti i colpi hanno la stessa intensità e provocano le stesse conseguenze. È per questo motivo che, per esempio, sbattere la testa contro lo sportello di un pensile in cucina non è paragonabile a un urto violento dopo un fragoroso schianto.
Per distinguere i sintomi e le conseguenze di una “botta alla testa”, si parla di trauma cranico lieve e grave.
Il trauma cranico lieve si avverte dopo un colpo accidentale e di poco conto, come appunto quello contro lo sportello di un mobile, e spesso si manifesta con sintomi che fanno pensare a un problema più preoccupante di quanto sia in realtà: se la testa sanguina dopo aver sbattuto, probabilmente non c’è nulla di cui allarmarsi nonostante il sangue faccia pensare il contrario.
Mal di testa, capogiro, nausea, vertigini, stordimento e vomito sono alcuni dei sintomi del trauma cranico lieve che scompaiono in genere nel giro di poche ore. In questo caso, il medico interviene solo se c’è una perdita di conoscenza, anche breve, o si notano comportamenti strani.
Il trauma cranico grave, invece, è provocato da schianti molto violenti come quelli causati dagli incidenti stradali o da alcuni sport estremi. Si riconosce dagli stessi disturbi del trauma cranico lieve ma più accentuati e intensi, e dalle conseguenze debilitanti e durature. A seconda del colpo subito, il trauma cranico grave può causare l’immobilità di una parte del corpo, la perdita di alcune funzioni ritenute fino ad allora normali e, nei casi peggiori, il decesso.
Le conseguenze e le decisioni prese dal medico dipendono da tipologia e intensità del trauma cranico. Per informazioni più dettagliate, consulta le linee guida dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali stilata con il supporto del Ministero della Salute.