Il tumore ovarico è un’incontrollata proliferazione delle cellule di una o entrambe le ovaie che spesso non nasce dalle cellule che producono ovuli ma da quelle epiteliali o germinali.
L’età è il principale fattore di rischio del tumore alle ovaie che, il più delle volte, si manifesta dopo l’inizio della menopausa. Altre categorie a rischio sono le donne che hanno avuto un menarca precoce, quelle che hanno una menopausa tardiva e le donne che non hanno avuto figli. Esiste anche un fattore di rischio genetico: secondo stime mediche, nel 10% circa dei casi il tumore alle ovaie è il risultato di un’alterazione che si tramanda da una generazione all’altra. In questi casi il tumore si presenta in età molto giovane, ma avere familiarità con la malattia non significa ammalarsi di certo, ma solo avere un rischio più alto rispetto al resto della popolazione.
Il tumore ovarico è asintomatico finché non raggiunge dimensioni notevoli, influenzando in negativo l’esito delle cure. Infatti, nelle fasi iniziali il tumore non dà sintomi ed è difficile identificarlo precocemente. Le donne dovrebbero fare attenzione a tre sintomi come probabili indicatori di un tumore ovarico: l’addome gonfio, l’aerofagia e il bisogno frequente di urinare. Sono disturbi troppo generici e comuni ad altre patologie minori per cui sono spesso sottovalutati. A questi sintomi si aggiunge la sensazione di sazietà anche quando si è a stomaco vuoto. Ovviamente queste avvisaglie devono essere considerate solo se si riscontrano tutte insieme, in rapida sequenza e all’improvviso.
Quando si verificano questi campanelli d’allarme, per prevenire o diagnosticare precocemente il tumore alle ovaie è consigliabile consultare il proprio ginecologo e fare una visita ginecologica con ecografia pelvica che fornisce una prima indicazione diagnostica.Se si riscontra l’esistenza del tumore si interviene subito chirurgicamente in modo diverso a seconda dello stadio della malattia. L’intervento, però, non offre certezze che il tumore non si ripresenti; per questo, in genere, dopo l’operazione i medici consigliano la chemioterapia. La radioterapia, invece, non viene quasi mai usata se non a fini palliativi su alcune zone con metastasi.
Attualmente, se il tumore alle ovaie è diagnosticato in modo precoce, la percentuale di guarigione è molto alta. Secondo la “Federazione Internazionale di Ginecologia e Ostetricia” nei casi in cui il tumore è in fase iniziale la sopravvivenza a cinque anni è dell’85%, mentre negli stadi avanzati scende a 25%.
La migliore difesa contro il tumore alle ovaie è la prevenzione con controlli frequenti, almeno uno all’anno, e seguendo la terapia e i consigli del ginecologo di fiducia.