È noto che il numero di Natale del British Medical Journal riporta l’esito di studi spiritosi, al limite del bizzarro. Quest’anno la regola è confermata da una ricerca realizzata da un gruppo di neurologi, fisiologi e neuroradiologi dell’Università di Copenaghen guidato dal neurologo Anders Haugaard della Faculty of Health and Medical Sciences di Copenhagen, e che ha analizzato le reazioni cerebrali alla vista di immagini tipicamente natalizie.
I ricercatori si sono chiesti se esiste un’area del cervello che ama e riconosce il Natale, e per scoprirlo hanno selezionato venti volontari divisi in due gruppi: dieci persone danesi abituate a festeggiare il Natale, e altre dieci persone provenienti da Turchia, India, Pakistan e Iraq che non festeggiano il Natale. Tutti sono stati sottoposti a risonanza magnetica mentre guardavano una sequenza di immagini tra cui anche alcune a tema natalizio.
Alla vista delle fotografie di Natale, i volontari abituati a festeggiarlo hanno reagito con un’intensa attività cerebrale, in particolare da parte di un gruppo di neuroni che comprende la corteccia sensorimotoria, la corteccia premotoria e la corteccia motoria primaria, il lobulo parietale inferiore e quello superiore.
Cosa prova questa evidenza scientifica? Lo spiega il neurologo Anders Haugaard: “I lobuli parietali destro e sinistro giocano un ruolo determinante nella trascendenza del sé, un tratto di personalità che riguarda la predisposizione alla spiritualità. Inoltre, la corteccia premotoria frontale è importante nell’esperire emozioni condivise con altri individui, stimolando un’azione di specchio o di imitazione dello stato fisico altrui; i neuroni specchio corticali premotori rispondono anche all’osservazione di azioni di deglutizione”.
L’azione dei neuroni specchio potrebbe spiegare anche perché, alla vista delle immagini natalizie, si sono illuminate le stesse aree cerebrali anche in persone di nazionalità non danese e religione non cristiana ma abituate a vivere indirettamente il Natale attraverso amici e colleghi cristiani.
È di certo una ricerca leggera e scherzosa, lo sanno bene i ricercatori dell’Università di Copenaghen che hanno messo a tacere e prevenuto le inevitabili critiche dei colleghi psicologi e neurologi. Così ora sappiamo che, accanto a chi soffre lo stress del Natale, c’è chi lo ama: ne abbiamo le prove.