Tempo fa abbiamo parlato della Medicina narrativa, un nuovo approccio terapeutico che pone al centro della terapia il paziente con la sua storia per permettere al medico di entrare in contatto con la dimensione personale e umana, prima che con la malattia da curare.
Nel tempo, è cresciuto lo spazio che diverse realtà sanitarie riconoscono alla Medicina narrativa, a tal punto che nel reparto di neurologia dell’Ospedale civile di Alessandria, medici e pazienti hanno a disposizione una stanza tutta per sé e la scrittura.
Invogliati dai messaggi estratti di volta in volta da una scatola a loro disposizione, operatori sanitari e persone assistite possono scrivere di se stessi, della malattia, del modo di affrontarla e conviverci, e possono farlo attraverso un racconto o qualsiasi altra forma di scrittura: l’importante è esternare la propria condizione e liberarsi dal peso che spesso accompagna una condizione di malattia. L’aspetto particolare della stanza per la scrittura riservata in ospedale è il suo voler coinvolgere non solo i pazienti ma anche medici e infermieri che, sebbene da un altro punto di vista, vivono la patologia e conoscono le persone nella condizione di malati.
Il Dott. Antonio Maconi è il medico che ha promosso l’iniziativa e che si dice orgoglioso di aver messo al centro della cura la relazione medico-paziente, indispensabile per la definizione di un efficace percorso terapeutico.
In Italia, questa non è l’unica forma di promozione della Medicina narrativa in ambito ospedaliero. Pensiamo, per esempio, alle iniziative promosse dall’Associazione H.Story e che si è presentata sul nostro blog con un articolo che vi invitiamo a rileggere.