Creare una legge nazionale per rendere obbligatori i vaccini per bambini in età scolare e prescolare, pena la non iscrizione ad asilo nido e scuola materna. È questa l’intesa raggiunta durante l’incontro Stato-Regioni del 25 gennaio 2017 per definire e avviare l’attuazione del piano nazionale vaccini 2017-2019.
Da questo punto di vista, la Toscana e l’Emilia-Romagna si sono dimostrate Regioni modello perché per prime hanno sancito l’obbligo di vaccinazione per l’iscrizione scolastica. L’obiettivo è ora estendere il vincolo a tutta la nazione per evitare una copertura a macchia di leopardo e favorire la prevenzione all’intera popolazione italiana.
Nel corso dell’incontro con il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, i rappresentanti delle regioni hanno avanzato la proposta di creare un’Anagrafe vaccinale. Ciò consentirebbe ad ogni regione di avere la sua banca dati con l’elenco di tutti i bambini e gli adulti vaccinati e non, e quali conseguenze ha prodotto il vaccino, così da disporre di un quadro epidemiologico completo.
Vaccini sì, vaccini no: qual è il rischio delle mancate vaccinazioni?
La copertura vaccinale è al di sotto del 95% della popolazione, livello raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il drastico calo di vaccinazioni ha determinato la ricomparsa di malattie assenti da lungo tempo o tenute facilmente sotto controllo (per esempio la varicella) e la repentina diminuzione dell’immunità di gregge: la vaccinazione di gran parte della comunità assicura la protezione da determinate malattie anche a quella parte della popolazione che non ha sviluppato direttamente l’immunità.
Dal 1967 al 1999 in Italia c’è stato l’obbligo di presentare il certificato di vaccinazione per iscrivere i bambini a scuola, ma in questo arco temporale ci sono state delle circolari Ministeriali che hanno ammesso alcune eccezioni autorizzando l’accesso a scuola anche ai bambini non vaccinati. Questo è stato il primo passo che ha determinato la non obbligatorietà della vaccinazione.
Da cosa nasce lo scetticismo verso i vaccini?
La situazione è divenuta incontrollata nel 1998, quando si è verificata quella che potremmo definire la nascita degli antivaccinisti. Nel 1998, infatti, il medico inglese Andrew Wakefield ha pubblicato una ricerca in cui asseriva il legame tra vaccini e autismo. Una relazione senza alcuna base scientifica tanto da non essere mai stata dimostrata dalle decine di ricerche scientifiche seguite alla pubblicazione del medico che, tra l’altro, si è rivelata non solo falsa ma anche frutto di corruzione. Tutti elementi che hanno portato, in positivo alla radiazione del medico dall’albo e, in negativo, allo scetticismo di gran parte della popolazione mondiale verso l’efficacia dei vaccini. E se all’inizio il dubbio era di poche persone, in seguito il numero di antivaccinisti è aumentato in maniera esponenziale grazie anche all’eco data dai social network.
In questi mesi abbiamo assistito a morti per varicella e meningite eppure finora a niente sono valsi gli interventi dei ricercatori e degli specialisti che hanno argomentato in modo scientifico, dunque oggettivo, la sicurezza dei vaccini. Per questo l’intesa Stato-Regioni è ferma nel considerare necessario ripristinare l’obbligo della vaccinazione per i bambini prima di accedere a scuola.
Fonti e approfondimenti: www.corriere.it, www.repubblica.it.