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Virus Zika: una nuova minaccia dalle zanzare

Trasmissione del virus Zika
Trasmissione del virus Zika - Flickr.com






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In questi giorni il virus Zika sta preoccupando circa 21 paesi degli Stati Uniti d’America e potrebbe diventare una minaccia anche per l’Europa.

 

Cos’è il virus Zika?

Zika è il nome di una foresta in Uganda dove il virus è stato scoperto per caso nel 1947, in alcune scimmie ugandesi. Com’è accaduto per altre epidemie come l’ebola, può succedere che alcuni virus circoscritti agli animali facciano un salto di specie fino a infettare l’uomo ma, mentre sugli animali molti di questi virus sono innocui, sugli esseri umani potrebbero provocare gravi malattie.

 

Le zanzare della specie Aedes egypti sono le responsabili della trasmissione del virus, e vivono nelle aree tropicali del pianeta: ecco spiegato perché l’emergenza riguarda soprattutto Brasile, Colombia, Polinesia francese e Micronesia.

 

Quali sono i sintomi del virus Zika?

L’infezione da virus Zika si manifesta con sintomi comuni ad altri disturbi come la febbre Dengue, chikungunya e febbre gialla: spossatezza, febbre, dolori articolari, eruzioni cutanee, congiuntivite, mal di testa. In 1 caso su 5 la puntura di una zanzare Aedes è inoffensiva e il malessere dura da 2 a 7 giorni, ma in altri casi può degenerare in una malattia dalle serie ripercussioni sulla salute di tutto il corpo.

 

Il virus Zika è molto pericoloso per le donne in gravidanza: dal 2014 a oggi, nei paesi in cui vive la zanzara Aedes e dove poi si è manifestato il focolaio dell’infezione, sono aumentati i casi di parti di bambini con microcefalia, una rara malformazione neurologica che causa una ridotta formazione del cervello e della circonferenza cranica, con conseguenti ritardi e limitazioni nello sviluppo. In Brasile, dopo la comparsa del virus, i casi di microcefalia sono aumentati del 2.500%, e i ricercatori del Centres for Disease Control and Prevention (CDC) hanno dichiarato di aver trovato il virus nei feti morti con microcefalia.

 

È ancora da accertare, ma pare che al virus Zika siano collegati anche i crescenti casi della sindrome di Guillain-Barré, una malattia neurologica che può provocare paralisi.

 

Come si può prevenire e curare l’infezione da virus Zika?

Il modo migliore per prevenire il virus Zika è proteggersi dalla puntura della zanzara Aedes: evitare fioriere, vasi e altri supporti che favoriscono il ristagno di liquidi; indossare abiti chiari e coprire gran parte del corpo; dormire vicino alle zanzariere; evitare di recarsi nei paesi tropicali, un consiglio valido specie per le donne in gravidanza, tenendo conto anche del fatto che le autorità di Brasile ed El Salvador suggeriscono alle proprie cittadine di posticipare le gravidanze in attesa che l’epidemia si esaurisca.

 

Si sta lavorando alla creazione di un vaccino contro l’infezione da virus Zika ma questa, come le altre, è un’infezione improvvisa e imprevedibile, dunque difficile da prevenire con la somministrazione del vaccino a cui, tra l’altro, i ricercatori stanno lavorando partendo da zero e bisognosi di tempi lunghi.

 

Il virus Zika può arrivare in Europa e in Italia?

Sì, è possibile, soprattutto se oltre alle zanzare Aedes egypti anche le più comuni zanzare tigre o altre specie presenti in paesi dal clima temperato come il nostro diventeranno capaci di trasportare il virus Zika.

 

Aggiornamento del 3 febbraio 2016

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha proclamato il virus Zika un’emergenza sanitaria internazionale. L’annuncio ha mosso le maggiori case farmaceutiche mondiali allo studio per la formulazione di un vaccino capace di contrastare gli effetti del virus Zika in tempi rapidi. Le difficoltà sono molteplici: il lavoro di ricerca comincia pressoché da zero anche perché sono pochi gli studi scientifici a riguardo, appena 108 dal 2001 a oggi; il vaccino dovrebbe essere somministrato a migliaia di persone nelle Americhe, paese che sta già vivendo l’emergenza sanitaria; finora si pensava che il virus Zika si trasmettesse con una puntura della zanzara della specie Aedes egypti, ma è di oggi la notizia di una persona texana contagiata dopo un rapporto sessuale con un’altra persona di ritorno da un viaggio in Venezuela, paese molto colpito dall’emergenza.
Con il passare del tempo, si complica l’identikit del virus studiato per la prima volta nel 1947 e poi dimenticato, e cresce l’emergenza sanitaria.


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