Il virus dell'epatite B si trasmette attraverso sangue infetto, quindi trasfusioni, uso di siringhe e strumenti medici non sterili, rapporti sessuali e per via verticale (da madre a figlio) soprattutto al momento del parto. Il periodo di incubazione è di 45-180 giorni e il decorso della malattia comprende la fase acuta, la convalescenza e generalmente la guarigione; infatti, tra gli adulti cronicizza soltanto nel 5% dei casi. Quando è contratta in giovane età cronicizza pi๠facilmente: nel 90% dei casi nei neonati e circa nel 50% dei casi tra i bambini. La diagnosi di laboratorio si basa sulla ricerca degli antigeni virali e degli anticorpi specifici.
Si distinguono marcatori di infezione (HbsAg, anti-HBc, anti-Hbe), di replicazione virale (HBV-DNA, HBeAg), di danno virus-indotto (anti-HBc-IgM) e di immunità (anti-HBs).
HBsAg: rappresenta l'antigene di superficie (antigene Australia di vecchia denominazione) del virus dell' epatite B. Tale antigene compare ancora prima dell'esordio della malattia (2-4 settimane dopo il contagio) e tende a scomparire subito dopo la normale reazione delle transaminasi.
L'HBsAg generalmente persiste nel siero per 2-5 mesi, successivamente scompare. La persistenza di HBsAg oltre i sei mesi definisce lo stato del portatore cronico; tale evoluzione si verifica nel 5-10% dei soggetti infetti da HBV. Anti-Hbc: sono i primi anticorpi che compaiono durante la fase clinica delle malattia. La presenza di un titolo elevato (prevalenza di IgM) è indice di infezione recente o stato di portatore cronico (IgG) se associato alla presenza di HBsAg.Titoli bassi (prevalenza di IgG) possono persistere a lungo con il significato di pregressa infezione.
La presenza della positività dell'anti HBc con gli altri markers negativi non esclude la replicazione virale che può essere ricercata con il dosaggio dell'HBV-DNA.
Anti-Hbe: sono gli anticorpi specifici dell' antigene "e". In corso di epatite acuta compaiono subito dopo la negativizzazione del corrispettivo antigene. La presenza di anti HBe è considerata un elemento prognostico favorevole anche se in alcuni casi si osserva l'evoluzione verso la cronicizzazione dell'epatite: nel portatore di HBsAg, la sua presenza indica generalmente ridotta contagiosità . Il mutante HBeAg negativo è associato all'epatite B cronica anti Hbe positiva. E' un'affezione pi๠grave della forma HBeAg+ in quanto sono rare le remissioni spontanee ed hanno scarsa risposta al trattamento con interferone. Pertanto la presenza di anti-Hbe positivo perde il significato di benignità . In tal caso occorre determinare l' HBV-DNA per confermare o meno la replicazione virale.
HBeAg: rappresenta un sistema antigene correlato alla replicazione del virus B. Esso compare transitoriamente durante la fase di incubazione della malattia e scompare con la presenza di anti-Hbe. La persistenza in circolo è correlata con lo sviluppo di un' epatopatia cronica e con una maggiore infettività del sangue in cui sia presente. L'assenza di tale antigene non esclude l' infettività del soggetto; per contro la comparsa di anti-Hbe ha significato di ridotta infettività . Anti-HBs: sono gli anticorpi neutralizzanti dell'antigene di superficie. Compaiono tardivamente e persistono per molto tempo. La comparsa precoce deve far temere un' epatite fulminante. La positività attesta una pregressa esposizione al virus B ed ha un ruolo protettivo in caso di reinfezione. La persistenza di anti-HBs è molto variabile (da 6 mesi a 10 anni).
I marcatori di epatite cronica sono diversi a seconda dello stadio della cronicizzazione. In una fase iniziale la replicazione virale è dimostrata dalla presenza, nel siero, di HBV DNA, di HBV DNA polimerasi e di HbeAg, mentre negli epatociti si trova l'antigene HBcAg. Successivamente, la replicazione virale diminuisce e l' antigene c si trova localizzato, oltre che nel nucleo, anche nel citoplasma e sulle membrane degli epatociti. Nella fase iniziale del processo di cronicizzazione la replicazione cessa e l' antigene c non si riscontra pi๠negli epatociti, perché il virus si è integrato nel genoma. L'unico marcatore positivo, a questo punto, rimane l'HBsAg. La cronicizzazione dell' infezione sembra verificarsi per la carenza di inteferone-alfa e di interferone-gamma.
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In Italia esiste un vaccino obbligatorio per legge dal 1991 per tutti i nuovi nati.
Malattie infettive
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