Ricordate lo scandalo delle protesi PIP nel 2010? Migliaia di donne hanno dovuto asportare la protesi mammarie per evitare il rischio di ammalarsi di cancro, e questo la dice lunga sia sulla professionalità di alcuni chirurghi plastici che sulla superficialità con cui ci si sottopone a un intervento di chirurgia plastica, affidandosi al medico più economico ma non necessariamente più specializzato in materia. Infatti, da un recente sondaggio svolto nel Regno Unito è emerso che su 1762 persone, il 67% sceglie a chi affidarsi per un intervento di chirurgia plastica in base al costo e non in base alla competenza del chirurgo.
Gli interventi di chirurgia plastica sono in perenne crescita, ma episodi spiacevoli come quello delle protesi PIP ha messo in luce la necessità di creare una normativa severa per la tutela del paziente e l’integrità del medico.
Ultimo in ordine di tempo l’Austria, che ha varato una serie di regole molto restrittive:
- divieto di intervento di chirurgia plastica ed estetica per i minori di 16 anni;
- ragazzi tra i 16 e i 18 devono avere l’autorizzazione dei genitori e la valutazione psicologica obbligatoria;
- gli interventi devono essere eseguiti esclusivamente da chirurghi plastici certificati, la certificazione è rilasciata dall’ordine dei medici;
- è obbligatorio un colloquio tra il paziente e il medico, e l’intervento di chirurgia plastica dovrà avvenire non prima di due settimane dal colloquio.
La normativa dell’Austria entrerà in vigore nel 2013, e in Italia l’AICPE -Associazione Italiana Chirurgia Plastica Estetica– si sta muovendo nella stessa direzione degli altri Paesi Europei. Il suo principale obiettivo è la tutela della salute del paziente attraverso il monitoraggio costante dei chirurghi plastici, quelli effettivamente specializzati sono soci AICPE e hanno l’obbligo di osservare un comportamento eticamente corretto verso il paziente e il loro stesso ruolo.
Il prossimo passo dell’AICPE è istituzione di un albo professionale nazionale degli specialisti di chirurgia plastica. Un iniziativa lodevole che si inserisce in un percorso di trasparenza cominciato lo scorso 5 luglio con il documento stilato dal CNB per delineare gli aspetti bioetici della chirurgia estetica e ricostruttiva.
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