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Dieta mima digiuno: effetto anti-aging, benefici e rischi

Dieta mima digiuno
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La dieta mima digiuno ha avuto un’eco mediatica tale da destare la curiosità di numerose persone che, prese dalla voglia o dal bisogno di dimagrire, l’hanno accolta come l’ennesima possibilità. In realtà, l’obiettivo della dieta mima digiuno non è perdere peso ma favorire la rigenerazione cellulare per allungare la vita e migliorare le condizioni di salute contrastando i processi dell’invecchiamento e quelli alla base dei tumori. Alla luce di ciò, “dieta” appare un termine improprio per un’indicazione alimentare che ha un proposito ben più complesso del tornare in forma perdendo i chili di troppo.

 

 

Cos’è la dieta mima digiuno

Nell’ultimo secolo la società ha raggiunto un benessere che ha permesso alle  popolazioni dei paesi sviluppati di consumare almeno 3 pasti al giorno senza la preoccupazione di restare senza cibo e, anzi, incorrendo nel rischio contrario di ammalarsi per troppe calorie. Un cambiamento epocale, questo, che si configura come una rivoluzione nella storia dell’umanità abituata per secoli a seguire un regime alimentare che comprendeva anche periodi di digiuno e pesanti privazioni nutrizionali. Al pari della carenza di alimenti, la sovrabbondanza di cibo ha causato nuove malattie complesse come, per esempio, la sindrome metabolica.

 

La dieta mima digiuno mira a riportare il metabolismo umano a uno stato di privazione senza eliminare del tutto il cibo. Questa dieta ideata dal Prof. Valter Longo – direttore del dipartimento di gerontologia dell’Università della California – dev’essere seguita per 5 giorni al mese ogni 3-6 mesi e prevede una graduale riduzione dell’apporto calorico e un basso contenuto proteico: il primo giorno richiede l’assunzione di circa 1000 calorie composte da 34% di carboidrati, 56% di grassi e 10% di proteine; nei 4 giorni successivi le calorie scendono a 750 di cui 47% carboidrati, 44% grassi e 9% proteine.

 

Il Prof. Longo ha creato un kit con 5 box, uno per ogni giorno della dieta, contenente ciascuno esattamente il cibo da assumere durante le singole giornate. Il Prof. Longo non riceve alcun compenso economico dal Elnutra, società che distribuisce il kit, ma la presenza di un prodotto commerciale legato alla dieta mima digiuno fa sorgere dubbi sull’effettiva efficacia scevra da interessi altri. Per sedare questi sospetti, lo stesso Prof. Valter Longo propone cosa e quanto mangiare: ridurre i pasti da 5 a 3 (colazione, snack e cena), mangiare tanta verdura, poche proteine e qualche grasso buono come l’olio extravergine d’oliva. Ok a cereali integrali, legumi e ortaggi, e per gli snack via libera a tè, barrette ai cereali e frutta secca. Gli alimenti vietati sono quelli di origine animale tranne il pesce con poco mercurio e lo zucchero, compreso quello della frutta.

 

È necessario seguire la dieta mima digiuno esclusivamente sotto stretto controllo medico per evitare seri rischi di salute. Inoltre, questa dieta è assolutamente sconsigliata alle persone con diabete, ipertensione, anoressia e alle donne incinta.

 

Benefici della dieta mima digiuno

Il dimagrimento è solo un effetto secondario della dieta mima digiuno il cui vero obiettivo è la rigenerazione cellulare. Per capire l’importanza del traguardo bisogna comprendere qual è il ruolo della rigenerazione cellulare.

 

È noto il legame tra alimentazione, salute e aspettativa di vita e, da qui, il valore della dieta mediterranea seguita anche dalle popolazioni più longeve della terra. Data questa premessa, al Prof. Longo è apparso strano che un popolo dell’Ecuador con abitudini tutt’altro che salutati sia tra i più longevi della zona – età media 80 anni. Il regime alimentare di questo popolo è basato su fritture, grassi animali, alcol e fumo, eppure nessuno si ammala di cancro e diabete: perché? La risposta è nella loro statura: la popolazione ecuadoriana osservata dal Prof. Longo è nana perché ha un basso livello dell’ormone della crescita.

 

Accade a causa della Sindrome di Laron, ossia l’assenza del recettore dell’ormone GH o somatotropina, che blocca la crescita ma protegge dai tumori e rallenta l’invecchiamento cellulare con evidente effetto anti-aging. Nelle persone sane, l’ormone GH si può influenzare con l’alimentazione e qui si inserisce la riflessione del Prof. Longo.

 

Il rilascio della somatotropina è regolato anche dalle proteine e aumenta al crescere delle proteine animali. Per questo motivo la dieta mima digiuno prevede l’assunzione delle sole proteine vegetali in quantità ridotta e, inoltre, avrebbe sia il pregio di “mimare” gli effetti che si registrerebbero con una dieta di sola acqua sia il vantaggio di annullare gli effetti negativi delle proteine in eccesso, in primis l’aumento dell’ormone GH. Il risultato sarebbe un organismo più forte e protetto dalla degenerazione cellulare, causa di numerose malattie.

 

Rischi della dieta mima digiuno

La dieta mima digiuno può essere deleteria se intrapresa senza la guida di un medico nutrizionista e se seguita da diabetici, pazienti con ipertensione, persone anoressiche e donne incinta. È sconsigliata agli atleti e durante l’infanzia e l’adolescenza perché in queste fasi della vita l’apporto proteico è necessario per la produzione dell’ormone GH che regola la crescita.

 

Chi segue la dieta mima digiuno potrebbe avere astenia, debolezza, crampi allo stomaco, debolezza; il calo ponderale che potrebbe arrivare fino a 2kg è dovuto più all’effetto della disidratazione che allo smaltimento dei grassi in eccesso. Ciò significa che oltre a essere anti-aging e debilitante.

 

Dieta mima digiuno: a che punto è la sperimentazione

Il digiuno sta diventando una moda al pari di altri regimi dietetici e anche la dieta mima digiuno ha incontrato subito l’interesse dell’opinione pubblica grazie anche al dibattito mediatico a cui ha partecipato direttamente il Prof. Valter Longo. Ma davvero la dieta mima digiuno allunga la vita e funge da anti-aging?

 

Se da un lato è certo che controllare l’alimentazione migliora le condizioni di salute prevenendo o bloccando l’evoluzione di determinate malattie, dall’altro è bene essere cauti nel proclamare la scoperta di un elisir di lunga e sana vita.

 

La dieta mima digiuno ha dato riscontri positivi sui topi di laboratorio ma manca un solido sostegno dalle prove scientifiche sull’uomo. Uno studio clinico condotto a ottobre 2016 ha avuto solo 38 arruolati – con parametri piuttosto vaghi su peso e fattori di rischio cardiovascolare – di cui 19 controllati con dieta normale e 19 sottoposti a 3 cicli di dieta mima digiuno. Altra lacuna dello studio è stata l’assenza di un gruppo di controllo sottoposto a dieta identica per apporto calorico ma regolare per composizione, ad esempio diete demonizzate da quella mima digiuno come la dieta mediterranea o una dieta molto ricca di proteine animali.

 

Nel percorso per definire l’effettiva efficacia della dieta mima digiuno, il 15 febbraio 2017 la rivista Science Translational Medicine ha pubblicato l’esito di uno studio clinico randomizzato condotto su 100 persone di età compresa tra i 20 e i 70. I risultati hanno portato il Prof. Valter Longo ad annunciare:

 

“Siamo vicini ad iniziare a reclutare pazienti con diabete e malattie autoimmuni, mentre siamo quasi alla fine degli studi su quelle neoplastiche, per i nuovi studi clinici di fase III al termine dei quali la Food and drug administration potrebbe approvare la dieta mima digiuno come trattamento”.

 

In attesa di avere ulteriori riscontri scientifici sulla validità della dieta mima digiuno, il nostro consiglio resta il solito: chiedi consiglio al tuo medico prima di prendere una decisione che potrebbe compromettere la tua salute, inclusa la scelta della dieta.

 

Fonti: magup.it, wired.it, lastampa.it


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