Le Società scientifiche di neonatologi e pediatri italiani hanno realizzato un documento per evidenziare i benefici del latte materno.
Ieri si è conclusa la Settimana dell’allattamento materno 2015 e oggi torniamo sull’argomento per parlare del primo documento stilato dalle Società scientifiche italiane di neonatologi e pediatri riguardo i benefici dell’allattamento materno. Si tratta di indicazioni utili sia agli operatori sanitari vicini alla neomamma sia alle donne, perché diventino più consapevoli dei vantaggi che il latte materno dà al neonato.
Il bambino che almeno fino ai 6 mesi si nutre esclusivamente di latte materno, direttamente dal seno o attraverso il biberon, è protetto da patologie infettive e croniche, e dai disturbi della crescita e dello sviluppo, costituendo un consistente risparmio economico per le cure e il sistema sanitario.
Con lo svezzamento è importante dare al bambino una dieta ricca di tutti gli elementi necessari alla crescita, ma che non escluda il latte materno in modo brusco e che eviti abitudini alimentari alla base di un futuro sovrappeso, condizione che comporta un alto rischio di obesità infantile. Pediatri e neonatologi inoltre concordano nel dire che, se il bambino lo desidera e la madre non presenta particolari difficoltà, l’allattamento al seno può continuare anche oltre i 2 anni, senza necessariamente comportare lo sviluppo di comportamenti da bambino viziato.
Nonostante questi presupposti, alla dimissione dall’ospedale solo il 77% delle madri allatta esclusivamente al seno, percentuale che scende al 31% a 4 mesi. Solo il 10% continua ad allattare oltre i 6 mesi di vita.
Per arginare questi rischi, i Presidenti delle società scientifiche pediatriche italiane SIP, SIN, SIGENP, SICuPP e SIMP hanno realizzato un testo di riferimento di 49 pagine in cui vengono discussi i temi principali dell’alimentazione infantile dando indicazioni precise su:
- le pratiche assistenziali nei Punti Nascita, che facilitano l’avvio dell’allattamento
- la durata ottimale dell’allattamento esclusivo indicata in circa 6 mesi
- l’opportunità di continuare l’allattamento anche a svezzamento avviato
- l’allattamento oltre il secondo anno di vita che, se desiderato da mamma e bambino, va sostenuto senza timori di viziare il bambino
- le false controindicazioni ad allattare, che vanno identificate e sfatate
- l’uso del latte materno nella nutrizione dei neonati pretermine e patologici ricoverati nelle Unità di Terapia Intensiva Neonatale, che va incrementato seguendo protocolli di provata efficacia
- le implicazioni etiche relative alla promozione dell’allattamento.
Riccardo Davanzo, Neonatologo dell’Istituto Materno Infantile “IRCCS Burlo Garofolo” e Presidente del Tavolo Tecnico Allattamento (TAS) del Ministero della Salute, afferma che:
“Il Documento nasce dalla necessità di tracciare una linea d’azione comune agli operatori del settore ma di riferimento anche alle famiglie offrendo dei riferimenti professionali precisi in materia di alimentazione infantile. Le raccomandazioni in tema di alimentazione infantile, infatti, avendo un certo margine di opinabilità, possono disorientare le famiglie. Manca poi attualmente in Italia un sistema di monitoraggio validato sull’alimentazione dei neonati e dei bambini che consenta di avere dati accreditabili sulla diffusione dell’avvio e della durata dell’allattamento al seno, in particolar modo di quello esclusivo”.
Il passo successivo spetta ai pediatri e ai neonatologi che, grazie al contatto diretto con le mamme e le famiglia negli studi e negli ospedali, hanno il compito di condividere quanto più possibile le informazioni presenti nel documento sull’allattamento al seno e i benefici del latte materno per il neonato.