Nicoletta Mantovani, vedova di Luciano Pavarotti, lo annuncia con toni entusiastici: il metodo Zamboni l’ha curata dalla sclerosi multipla. Il metodo Zamboni, che prende in nome dal chirurgo ferrarese Paolo Zamboni, si basa sul fatto che una delle cause della sclerosi multipla sia l’insufficienza venosa cerebrospinale cronica (o CCSVI).
Il Dr Zamboni ha infatti notato che, in percentuale maggiore rispetto alle persone sane, molte delle persone affette da sclerosi multipla presentano occlusioni o restringimenti delle vene che drenano il sangue dal cervello (azygos e giugulari).
La comunità scientifica è divisa a riguardo: una fazione riconosce la validità del metodo Zamboni, un’altra la contrasta apertamente, sottolineando che l’insufficienza venosa cerebrospinale cronica non è un’anomalia determinante nella manifestazione della sclerosi multipla.
Nicoletta Mantovani, presidente onorario dell’Associazione Ccsvi nella sclerosi multipla onlus, si fa portavoce dell’efficacia del metodo Zamboni tanto da dichiarare: “Non accuso più alcun sintomo, mi è stata data una seconda vita.” La donna ha sofferto di sclerosi multipla sin dall’età di 18 anni, e solo quando ha abbracciato la sperimentazione del metodo Zamboni le condizioni di salute sono migliorate fino alla “rinascita” fisica.
Nonostante l’entusiasmo per risultati notevoli come quelli di Nicoletta Mantovani, il dibattito medico scientifico non accenna a placarsi: il metodo Zamboni non può essere considerato una cura bensì una terapia sperimentale contro la sclerosi multipla. La strada verso il riconoscimento ufficiale del metodo Zamboni per la cura della sclerosi multipla è ancora lunga, intanto la sperimentazione ufficiale prosegue, e l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara ne è il Centro coordinatore a livello nazionale.
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