Il vaginismo è un disturbo che impedisce alla donna di vivere appieno un’appagante vita sessuale. La donna che soffre di vaginismo ha desideri sessuali, ma al momento della penetrazione i muscoli della vagina si contraggono a tal punto da ostacolare o da rendere estremamente doloroso un rapporto sessuale completo.
Quali sono le cause del vaginismo? Il vaginismo ha cause prettamente psicologiche: l’anatomia vaginale è infatti normale, quel che blocca la penetrazione è un rifiuto oppure la paura di un rapporto sessuale completo.
Essendo un disturbo sessuale e non una patologia, le cause del vaginismo possono essere numerose e varie, da precedenti esperienze traumatiche come lo stupro, a un credo religioso vissuto con puntigliosa osservanza. A volte le donne temono il rapporto sessuale perché hanno sentito da altre donne racconti di coiti dolorosi; altre volte il legame pressante con la figura materna genera imbarazzo e difficoltà a vivere una soddisfacente vita sessuale.
Vien da sé che il vaginismo rappresenta non solo un problema individuale per chi ne soffre, ma anche un pericolo per il benessere della vita di coppia. Il rifiuto di un rapporto sessuale può nascondere un rigetto verso il partner, o al contrario a lungo andare è l’uomo a non accettare più il rifiuto e a porre fine alla relazione.
La situazione si complica ulteriormente quando subentra il desiderio di maternità: la gravidanza diventa un traguardo quasi impossibile da raggiungere, con la conseguenza che la donna che soffre di vaginismo rinuncia anche al piacere di essere mamma.
Date queste premesse, è inevitabile che il vaginismo generi importanti ripercussioni nella sfera psicologica: la paura, il dolore o l’impossibilità della penetrazione fanno sentire la donna inadeguata, sbagliata e frustrata.
Purtroppo molte donne con vaginismo si convincono che il dolore sia una componente connaturata alla penetrazione e l’accettano passivamente ma con sofferenza. La gran parte di queste donne vive con imbarazzo il vaginismo e preferisce soffrire piuttosto che affrontare il disturbo sessuale. Rivolgersi a un sessuologo psicoterapeuta è invece la scelta giusta per non temere più la penetrazione. Una delle terapie applicate è la rieducazione sessuale durante la quale lo specialista di riferimento guida la donna a conoscere il suo corpo per vivere al meglio la sessualità.
Per approfondimenti, leggi l’articolo della sessuologa Dott.ssa Elisabetta Perrone.
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I motivi tipicamente sessuologici per cui un matrimonio finisce (ed il partner che ha subito può chiedere un congruo risarcimento danni!) sono quelli riferibili all’astinenza sessuale subita per cui il matrimonio diventa “bianco” (non consumato). I casi del “matrimonio bianco” (v. pgg 307, 314, 323, 551 de IL MANUALE PRATICO DEL BENESSERE, Ipertesto editore) riguardano le diagnosi sessuologiche di vaginismo (per la donna), di disturbo maschile della erezione (già “impotenza”) e di eiaculazione precoce “ante portas”. In tali casi l’avvocato matrimonialista viene di solito affiancato da un bravo psicologo legale, meglio se con formazione specifica in sessuologia clinica per opportuna relazione tecnica di parte.