02/11/1978 - MEDICINA E CHIRURGIA (MILANO)
15/02/1979 - Albo Provinciale dei Medici Chirurghi di MILANO (Ordine della Provincia di MILANO) n. 19073
1984 - Specialista in Chirurgia Generale con voti 70/70 e Lode
1989 - Specialista in Angiologia e Chirurgia Vascolare con voti 70/70 e Lode
1990 - Idoneità Primariale in Chirurgia Generale con voti 95/100
1990
1978 /2 - Medicina e Chirurgia (MILANO)
Scritto da
Dr Marco Floriani
Pubblicato il
06/08/2012
Le emorroidi come si curano. Tutte le tecniche classiche per trattare la malattia emorroidaria prevedono l'asportazione in un modo o nell'altro dei gavoccioli delle emorroidi.
Quando queste vene rigonfie di sangue provocano disturbi come il prolasso, sanguinamenti o altro, la parte più protrudente si asporta chirurgicamente ottenendo un risultato di solito buono se l'intervento è eseguito in modo corretto.
Ci sono molti altri metodi ma il principio è sempre il medesimo.
Tuttavia questa asportazione dei gavoccioli delle emorroidi insieme a una parte della mucosa rettale determina un trauma con ferite chirurgiche e, com'è noto, trattandosi di una zona particolarmente sensibile e innervata i dolori nelle settimane successive all'intervento di solito sono indimenticabili.
Curare le cause. Esiste oggi un altro metodo che non prevede nessun atto chirurgico sulle emorroidi perché parte da un altro principio.
Se le emorroidi creano problemi quando si ingrossano e diventano turgide perché hanno pareti deboli e ricevono quindi troppo sangue gonfiandosi, anziché agire sulle conseguenze, e cioè su questi bubboni di sangue o gavoccioli, si agisce sulle cause che li determinano; possiamo così ottenere lo stesso risultato ma con un trauma infinitamente minore.
L'idea è nata nel 1995 a un chirurgo giapponese, Morinaga, che ha inventato un metodo particolare: con un anoscopio si entra del canale anale e nel retto e attraverso l’anoscopio si inserisce una micro sonda doppler strisciandola circonferenzialmente sulla mucosa del retto; si individuano così le arterie emorroidarie superiori, cioè quelle arterioline che riforniscono di sangue le emorroidi, e con dei punti si pinza la mucosa del retto laddove ci sono queste arterioline, si fa il nodo e quindi, tutte o in parte, si chiudono.
In questo modo il rifornimento di sangue alle emorroidi si riduce e nelle settimane successive le emorroidi restano in loco ma i gavoccioli sono molto meno congestionate e molto meno turgide, il che è sufficiente nella stragrande maggioranza dei casi per curare il problema.
Parleremo in un altro articolo del recente intervento con il laser.
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