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Dr Marco Floriani

Medico Chirurgo Specializzato in Angiologia e Chirurgia Vascolare

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laurea

    02/11/1978 - MEDICINA E CHIRURGIA (MILANO)

    Iscrizione all'albo

    15/02/1979 - Albo Provinciale dei Medici Chirurghi di MILANO (Ordine della Provincia di MILANO) n. 19073

    Specializzazione

    1984 - Specialista in Chirurgia Generale con voti 70/70 e Lode
    1989 - Specialista in Angiologia e Chirurgia Vascolare con voti 70/70 e Lode
    1990 - Idoneità Primariale in Chirurgia Generale con voti 95/100
    1990

    Abilitazione

    1978 /2  - Medicina e Chirurgia (MILANO)


CURRICULUM

CARRIERA

Laureatosi in Medicina e Chirurgia nel 1978 presso l’Università degli Studi di Milano con voti 110/110 e Lode, ha conseguito l’Abilitazione all’Esercizio della Professione e si è iscritto all’Ordine dei Medici di Milano nel 1979. Alla fine dello stesso anno è stato chiamato presso la Clinica Chirurgica dell’Università di Brescia dove è stato nominato Assistente nel 1980 ed Aiuto Corresponsabile nel 1988. Rientrato all’Ospedale Maggiore Policlinico di Milano nel 1992, ha assunto nello stesso anno la posizione di Responsabilità Organizzativa e di Capoturno per la Gestione dell’Urgenza /Emergenza presso la Divisione di Chirurgia d’Urgenza; nel 2004 è stato nominato Responsabile dell’UOS di Chirurgia Vascolare d’Urgenza. Nel 2005 si è trasferito dalla Chirurgia d’Urgenza alla Chirurgia Vascolare della neocostituita Fondazione Policlinico, Mangiagalli e Regina Elena.
In ambito extraospedaliero, Il dr. Floriani è chirurgo accreditato per la Chirurgia Generale, l’Angiologia e la Chirurgia Vascolare presso le Case di Cura Private La Madonnina, Capitanio, Città di Milano e S. Camillo; dal 2003 è Responsabile del Servizio di Angiologia, Laserterapia e Chirurgia Flebologica dell’Istituto Medico Quadronno di Milano.

 

TITOLI PROFESSIONALI

  • Specialista in Chirurgia Generale con voti 70/70 e Lode (1984);
  • Specialista in Angiologia e Chirurgia Vascolare con voti 70/70 e lode (1989);
  • Idoneità Primariale in Chirurgia Generale con voti 95/100 (1990);
  • Idoneità Primariale in Chirurgia Vascolare con voti 96/100 (1990);
  • Autore di 5000 interventi chirurgici, molti dei quali di chirurgia maggiore.

 

TITOLI SCIENTIFICI

  • Cultore della Materia in discipline diverse (Università di Brescia e di Milano);
  • Professore a Contratto in discipline diverse (Università di Brescia e di Milano);
  • Autore di 180 pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali ed internazionali e di testi didattici, curatore di atti congressuali;
  • Relatore invitato in numerosi Congressi nazionali ed internazionali;
  • Membro di diverse Società Scientifiche nazionali ed internazionali;

 

Da quanto sopra riportato si evince che, nato come chirurgo generale, mi sono sin da subito occupato anche di chirurgia vascolare arteriosa e venosa seguendo i dettami della prestigiosa ed universalmente nota Scuola del Prof. Edmondo Malan, capostipite della chirurgia vascolare in Italia. In quei tempi, e per molti anni ancora, il chirurgo vascolare era innanzi tutto un buon chirurgo generale e la chirurgia vascolare veniva quindi considerata come una branca specialistica della chirurgia generale.

Il poter spaziare quotidianamente, e ad un certo punto della mia carriera facilmente e con naturalezza, dai vari settori della chirurgia generale (quella addominale, quella toracica e del collo, quella della parete addominale e toracica) a quelli della chirurgia vascolare (le ostruzioni della carotide e del sistema arterioso periferico, gli aneurismi dell’aorta, le varici degli arti inferiori) mi faceva sentire un chirurgo completo e suscitava in me continue emozioni. Certo, una attività di questo tipo richiedeva una dedizione assoluta fatta di lunghe giornate (e nottate…) di lavoro e di studio.

In età ormai relativamente matura, quando già, peraltro, mi occupavo prevalentemente di chirurgia vascolare, mi sono reso conto del fatto che non c’era più spazio per i cosidetti “tuttologi”; le diverse discipline chirurgiche si stavano infatti tutte arricchendo di tecniche nuove e di procedure diagnostico-terapeutiche raffinate ed innovative, non sempre di facilissima comprensione ed attuazione, per l’apprendimento delle quali si rendeva necessaria una dedizione quasi esclusiva.

Agli inizi del nuovo millennio ho quindi praticamente abbandonato la chirurgia generale; non lo nego, con un certo rammarico, ma convinto di aver fatto la scelta giusta. Non nascondo che ancor oggi eseguo saltuariamente interventi di chirurgia generale in favore di amici o di vecchi pazienti (o figli di questi) che ben ricordano i miei trascorsi e che mi premiano con la loro fiducia. Ma la mia attenzione è oggi rivolta quasi esclusivamente alla chirurgia vascolare e nell’ambito di questa molta attenzione dedico anche alla diagnosi e al trattamento della patologia venosa degli arti inferiori; in questi anni sono infatti rimasto assai colpito e quindi interessato dai radicali cambiamenti verificatisi nell’approccio diagnostico e terapeutico dell’insufficienza venosa, che è pertanto divenuta quasi una disciplina a se (la “flebologia”).

Alcuni concetti radicati in tutti noi sono stati letteralmente stravolti e le innovazioni, come si vedrà in seguito, sono state numerose e sostanziali. In meno di dieci anni ho assistito ad una vera e propria rivoluzione concettuale, metodologica e terapeutica. Dapprima curioso, ben presto convinto della bontà del nuovo corso, ho voluto anch’io partecipare a tale cambiamento, divenendone ben presto attore.

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