17/11/1966 - MEDICINA E CHIRURGIA (BARI "ALDO MORO")
02/04/1984 - Albo Provinciale dei Medici Chirurghi di FOGGIA (Ordine della Provincia di FOGGIA) n. 3216
10/07/1968 - DERMOSIFILOPATIA (BARI "ALDO MORO")
23/11/1973 - ALLERGOLOGIA ED IMMUNOLOGIA CLINICA (FIRENZE)
1967 /1 - Medicina e Chirurgia (BARI "ALDO MORO")
Scritto da
Prof. Dr Michele Lomuto
Pubblicato il
03/09/2012
Le cause del melanoma. Il melanoma è un tumore maligno della pelle la cui origine può essere ricollegabile all’esposizione al sole. Specie nel periodo estivo è quindi indispensabile prestare attenzione alle forme, ai tempi e alle protezioni che si predispongono per limitare i danni dei raggi solari. Un recente studio svedese evidenzia che l'incidenza del melanoma della testa e del collo sembra aumentare significativamente mentre quello a livello dei piedi risulta molto meno.
L’esposizione al sole. L'analisi degli effetti del sole è molto importante perché, come è dimostrato da numerosi studi, in generale la protezione solare, anche se la si mette, la si applica in modo scorretto e ci si espone al sole nell’errata convinzione di avere uno schermante solare adeguato. Questo è uno dei motivi che possono spiegare l'aumento progressivo dell'incidenza del melanoma nella società occidentale. Nella popolazione di colore è meno diffuso (comunque è presente) perché l'epidermide scura esercita una certa protezione.
Lo schermante solare deve essere applicato ogni 2-3 ore perché il sudore lo scioglie, se messo in acqua si discioglie, quello indicato come il più resistente per legge deve resistere a 4 immersioni di 20 minuti l’una con modica attività fisica, altrimenti è come non averlo messo. Questo significa che, se una persona si butta in acqua e si fa una bella nuotata, quando esce lo schermante solare non ce l’ha più; inoltre l’energia radiante ultravioletta a 40 cm di profondità dell'acqua ha perso solo il 50% della propria potenza ed è quindi ancora ustionante e ancora in grado di fare gravi danni. Questo è il motivo per cui ci si abbronza e ci si ustiona anche stando nell'acqua.
Le regole da seguire. Quindi, ricapitolando, lo schermante solare oltre a metterlo ogni 2-3 ore non va applicato in strato sottile per risparmiare, perché il fattore di protezione è ottenuto in laboratorio con una dose di 2 mg per centimetro quadrato di cute. Per cui se ne mettiamo 4 mg il fattore di protezione 15, 30, 50 non aumenta, ma se lo stendiamo riducendone lo spessore la protezione cala; quindi se per esempio ne stendiamo 1 mg per cmq, la protezione cala grosso modo del 50%: crediamo allora di avere una protezione 50 ma in realtà si tratta di 25.
L’efficacia della protezione solare. Questi numeri indicativi del potere di protezione solare (che stanno sparendo perché generavano attese improprie e si sta ritornando alla vecchia dizione bassa, media, forte - totale non esiste -) che per legge si fermano a 50, sono in realtà un fattore di moltiplicazione. Per cui il soggetto che, dopo tutto l’inverno in cui non ho usato le lampade UVA e quindi ha la pelle bianca, effettua l’esposizione al sole per la prima volta della stagione, dopo 5 minuti inizia ad arrossarsi; se si mette il fattore 15 deve moltiplicare 5x15 (=75) e quindi sapere che dopo 75 minuti comincerà ugualmente ad arrossarsi. Se il fattore è 50: 5x50 (=250) dopo 250 minuti comincerà ad arrossarsi e quindi ad ustionarsi.
L’incidenza del melanoma. Coloro che hanno la pelle chiara, gli occhi azzurri e i capelli biondi e si ustionano sempre senza abbronzarsi mai, sono i più esposti all’eventualità di un melanoma. Anche però quelli che hanno la pelle tendenzialmente scura, i caucasici, tra il III e il IV tipo della classificazione di Fitzpatrick, hanno ugualmente il melanoma anche se con minore frequenza.
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