1980 - Laurea in Psicologia - indirizzo applicativo (Roma)
08/11/1990 - Albo degli Psicologi del Lazio (Ordine degli Psicologi del Lazio) n. 1943
Esercizio dell'attivita psicoterapeutica
Scritto da
Dott.ssa Paola Vinciguerra
Pubblicato il
27/03/2013
Una proposta di Enrico Coveri alla settimana della moda di Milano
ROMA
L’abito non farà il monaco, ma il colore di vestiti e magliette influisce sull’umore di chi le indossa. E viceversa. Parola di Paola Vinciguerra, psicologa e psicoterapeuta direttore di Eurodap (Associazione europea disturbi da attacchi di panico), che nella settimana della moda milanese regala all’Adnkronos salute la “ricetta” per sollevare l’umore a suon di bluse e abitini, scegliendo bene nell’armadio.
«Il colore - sottolinea la Vinciguerra - influisce sull’umore, ma è vero anche il contrario, specie quando ci troviamo a scegliere cosa indossare. Se siamo tristi, infatti, facciamo fatica a optare per toni più brillanti, ma anche per i colori pastello scelti da tanti stilisti per la collezione primavera-estate. Ci sentiremmo come stonate».
Non a caso nelle collezioni per il prossimo autunno-inverno, che si stanno susseguendo in passerella, «c’è molto nero, blu, grigio: è la stessa natura invernale a renderci più inclini a optare per toni che non siano così accessi e brillanti. Ecco spiegata - dice - anche la passione per il rosa cipria. Mentre il bianco, che pure si vede in alcuni casi, nei mesi freddi rompe gli schemi». Insomma, per le appassionate è una sorta di bandiera, una ribellione al freddo e al sonno della natura.
In primavera, invece, complice il risveglio dei colori e delle piante, «e soprattutto la luce del sole più presente e intensa - dice la Vinciguerra - siamo naturalmente inclini a optare per i colori pastello, ma anche per i toni più caldi e accessi, a sfoggiare rosa, fucsia, rosso, verde e bluette, insieme al beige, all’oro e al bianco». Attenzione però alla schiavitù dell’umore.
«Se ci si sente giù - raccomanda la Vinciguerra - è bene rompere gli schemi: niente nero e grigio, sì a rosa e beige, se non si vuole addirittura osare un tocco di rosso. Ci sentiremo subito più cariche», assicura la psicologa, sottolineando l’effetto positivo per l’umore della cura per il proprio aspetto. «Il fatto è che - dice - quando siamo tristi o depressi, tendiamo a trascurarci, a indossare la prima cosa che troviamo». Una sciatteria che non ci fa bene.
«Al contrario, dedicare qualche minuto in più alla scelta dell’abito, magari optando per qualcosa che ci sembra ’fuori tonò, può essere un modo - suggerisce - per rompere la gabbia della tristezza». Una ribellione semplice e utile.
E la sera? «In questo caso via libera, anche in inverno, al grigio, al bianco e ai pallidi colori lunari: tonalità fredde proposte da alcuni stilisti per la primavera, che la notte ci illuminano e ci fanno brillare». Stesso discorso per cristalli, veli e borchiette.
«Anche se in questo caso, per me, il colore più potente è l’oro», chiosa la Vinciguerra. Insomma, per ritrovare il sorriso «non lasciamoci andare: coloriamo la nostra giornata, osiamo di più, anche a partire dagli abiti». Così sarà più facile sfuggire alla morsa di tristezza e malumori.
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