1980 - Laurea in Psicologia - indirizzo applicativo (Roma)
08/11/1990 - Albo degli Psicologi del Lazio (Ordine degli Psicologi del Lazio) n. 1943
Esercizio dell'attivita psicoterapeutica
Scritto da
Dott.ssa Paola Vinciguerra
Pubblicato il
07/09/2012
La crisi economica e la destabilizzazione. In un precedente articolo abbiamo parlato della precarietà dovuta alla crisi economica. Proseguiamo l’analisi evidenziando che oggi ci troviamo quindi a dover affrontare un’enorme destabilizzazione; abbiamo perduto tutto ciò che prima poteva essere proiezione, sicurezza, non soltanto del lavoro, ma del nostro status normale. Questo significava anche poter cambiare la macchina, andare in vacanza, poter uscire la domenica per fare shopping, e questa normalità faceva parte di una qualità di vita che ci dava l'identità.
Nel momento in cui la normalità viene destrutturata dalla crisi economica si crea una sensazione di perdita di punti di riferimento. Infatti il 70% delle famiglie non può più fare ciò che faceva prima, o per lo meno non più come prima, anche se si indebita nel desiderio illusorio di mantenere lo status precedente. È quindi un problema di identità e la grossa reazione di stress e di ansia che ne segue porta ad un aumento importante di patologie sia psicologiche sia fisiche, perché sappiamo che lo stress e l’ansia nel 70% dei casi sono alla base di moltissime malattie degenerative. È chiaro quindi che la crisi economica mette in sofferenza grave la popolazione.
Lo stress del piccolo imprenditore. Ci sono aziende che chiudono e questo crea una situazione lavorativa di disoccupazione che si sta espandendo non poco. Per questo vediamo suicidi di imprenditori, specie nel Nord Italia, perché, escluse le multinazionali, la piccola imprenditoria è caratterizzata spesso da persone che si sono fatte da sole. Esse vivono quindi la propria azienda, quello che hanno costruito e anche i loro dipendenti come se fossero dei pater familias responsabili del futuro oltre che dell’impresa anche di coloro che vi lavorano.
Nel momento che vedono di aver fallito perché la crisi economica non permette di mantenere i fatturati e le commesse, si crea uno stato di grave sconforto. A questo si aggiunge la rabbia quando purtroppo il lavoro già svolto non viene pagato e quindi molto spesso le fatture non vengono saldate dallo stesso Stato che è invece così preciso e incalzante nei confronti di coloro che devono soldi all’erario.
È evidente che in questa situazione determinata dalla crisi economica, quando esiste una fragilità o una sopravvalutazione del ruolo e della responsabilità, può portare a somatizzare con depressione, attacchi di panico e ansia generalizzata, ma anche a mettere in atto un vero e proprio suicidio.
Di crisi economica e stress proseguiamo a parlare in altri articoli dove verranno affrontate tematiche legate al consumismo e al superamento della crisi economica con il pensiero positivo.
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