Dott.ssa Paola Vinciguerra

Psicologia

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laurea

    1980 - Laurea in Psicologia - indirizzo applicativo (Roma)

    Iscrizione all'albo

    08/11/1990 - Albo degli Psicologi del Lazio (Ordine degli Psicologi del Lazio) n. 1943

    Abilitazione

    Esercizio dell'attivita psicoterapeutica


Panico da cellulare

Scritto da
Dott.ssa Paola Vinciguerra

Pubblicato il
27/03/2013

“Attenzione all’utilizzo del telefonino: la dipendenza può provocare attacchi di ansia che negli anni possono trasformarsi in veri attacchi di panico. Un giorno alla settimana senza cellulare è utile per disintossicarsi e ritrovare se stessi”.

 

A lanciare l’allarme è la dottoressa Paola Vinciguerra, Psicoterapeuta, Direttore dell’Unità Italiana Attacchi di Panico presso la Clinica Paideia di Roma.  “Oggi siamo tutti sull’orlo di una cellular addiction che può diventare cronica senza che ce ne possiamo accorgere - spiega l’esperto – Il cellulare copre le nostre ansie e quando per qualsiasi motivo viene a mancare, telefonino scarico, problemi di rete o quant’altro, queste riaffiorano violentemente creandoci un malessere che se non individuato e affrontato può tramutarsi negli anni in DAP, Disturbo di Attacco di Panico”.

 

“Da una mia analisi che ha preso in esame, negli ultimi cinque anni, circa 500 pazienti che soffrono di DAP – continua la dottoressa Vinciguerra - si è visto come, almeno nella metà dei casi, gli attacchi di panico fossero legati anche al rapporto di dipendenza dal telefonino. Tra questi pazienti ad usare il cellulare come sostituto dell’ansiolitico erano soprattutto uomini con un’età tra i 40 e i 45 anni, con una vita lavorativa molto attiva e con ruoli di responsabilità”.

 

“Il grido d’allarme sull’uso che oggi si fa del telefonino - aggiunge la psicoterapeuta - nasce proprio dai dati emersi dall’analisi anche se in questo caso sono stati presi in esame pazienti che in generale soffrivano di disturbi di attacchi di panico. Infatti il telefonino può essere considerato in tutti, anche nella persone apparentemente normali, come uno psicofarmaco che copre le ansie, le paure, le gelosie. E ci fa costruire un mondo che può essere però lontano dalla realtà. Al telefono di una persona sentiamo solo ed esclusivamente la voce. Con gli sms poi neanche quella. Così il telefonino ci toglie le emozioni. Basta pensare che in una conversazione tra due persone che si incontrano il 7 per cento della conversazione stessa è verbale il 93 per cento è analogico, ossia fatto di toni, di sguardi, di sorrisi, di odori, di posizioni, elementi fondamentali nella comunicazione. Il telefonino ci toglie tutta questa parte di sensazioni. E’ proprio con il cellulare che rischiamo di costruire una realtà fantastica che poi, quando viene inevitabilmente a mancare, ci manda in crisi. Liberarsi del cellulare almeno una volta alla settimana ci fa anche recuperare quei tempi morti nella giornata da dedicare solo a noi stessi”.



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