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Dr Marco Diena

Cardiochirurgo

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laurea

    11/11/1985 - Medicina e Chirurgia (Torino)

    Iscrizione all'albo

    17/03/1986 - Albo Provinciale dei Medici Chirurghi di Torino (Ordine della Provincia di Torino) n. 0000013739

    Specializzazione

    Chirurgia

    Abilitazione

    1985 /2  - Medicina e Chirurgia (Torino)


Dopo l’intervento al cuore è necessario un periodo di riabilitazione

Scritto da
Dr Marco Diena

Pubblicato il
28/03/2011

Cosa fare dopo aver subito un intervento al cuore. L'intervento al cuore è un intervento chirurgico che di solito richiede un ricovero di circa una settimana.
Dopo questa degenza è opportuno che i pazienti, specie quelli meno giovani, possano fare una terapia di riabilitazione frequentando un centro specializzato che consenta una ripresa più rapida della piena efficienza fisica, sportiva e lavorativa.
Si tratta in concreto di seguire un programma in fisioterapia specifica che preveda frequenti controlli cardiologici. Questa riabilitazione è costituita fondamentalmente da sedute di ginnastica respiratoria e motoria che comunque nel caso in cui l'intervento sia stato eseguito con la tecnica della chirurgia mini-invasiva sono meno necessarie perché il torace non è stato aperto e quindi la riabilitazione è molto più veloce.

 

I risultati dell'intervento al cuore. Gli esiti degli interventi all'apparato cardiocircolatorio oggi sono davvero molto favorevoli il che è confermato dal fatto che oggi si è in grado di proporre al paziente anziano con la patologia più frequente, che è la stenosi valvolare aortica, un intervento al cuore prevedendo un rischio dell'2/3 %.
Per un paziente ultraottantenne, avere una probabilità di successo del 98% significa davvero avere un risultato straordinariamente positivo.
A questo si deve aggiungere che, con una tecnica acquisita negli ultimi due anni e riservata ai casi più gravi di anziani o comunque di pazienti che non hanno la possibilità di sopportare interventi tradizionali, è possibile sostituire la valvola aortica, senza aprire il torace, con una valvola biologica che si inserisce attraverso l'arteria femorale o attraverso una piccola incisione all'apice del cuore.
Queste tecniche che confermano il successo e il progresso costante di questo settore, stanno inaugurando un nuovo capitolo con legittime prospettive per una semplificazione ulteriore della cardiochirurgia, in anche nei casi più difficili.

 

Una conclusione importante. La considerazione finale è che le patologie cardiocircolatorie si scatenano dopo un periodo, spesso lungo (anche decine di anni) di latenza, privo quindi di sintomi evidenti salvo alterazioni funzionali che possono essere messe in evidenza solo da specifici esami strumentali.
È quindi assolutamente indispensabile procedere a controlli periodici, oltre naturalmente a mantenere uno stile di vita che eviti i più evidenti e diffusi rischi per la nostra salute.
I controlli, che sono facilmente eseguibili in qualsiasi struttura sanitaria pubblica con il modico esborso di un ticket, servono ad evitare il peggio e garantirsi una vita sana e sicuramente più lunga.
Il sistema cardiocircolatorio per funzionare in modo adeguato, deve essere "rispettato" con un corretto comportamento rispetto a tutto ciò che può indebolirlo o comprometterlo favorendo così il rischio di micidiali sorprese come l'ictus o l'infarto improvviso quasi venisse dal nulla, mentre le cause scatenanti erano già estremamente precise da tempo e ampiamente note.
Ma la risposta a questo rischio è spesso un'incosciente indifferenza.



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