11/11/1985 - Medicina e Chirurgia (Torino)
17/03/1986 - Albo Provinciale dei Medici Chirurghi di Torino (Ordine della Provincia di Torino) n. 0000013739
Chirurgia
1985 /2 - Medicina e Chirurgia (Torino)
Scritto da
Dr Marco Diena
Pubblicato il
26/09/2012
La funzione del Pacemaker. Il cuore umano ha un proprio ritmo cardiaco autonomo che dipende dalle cellule proprie di alcune zone del cuore che stabiliscono la frequenza, cioè il numero di battiti al minuto, e che possono essere controllate dal sistema nervoso autonomo: quando una persona fa uno sforzo la frequenza aumenta e quando va a dormire la frequenza scende.
Ci sono sistemi di controllo di questa frequenza cardiaca, mentre il ritmo proprio del cuore, quando il soggetto diventa anziano o in alcune malattie, può avere dei disturbi tali da richiedere l'impianto del Pacemaker.
La necessità del Pacemaker. Questo dispositivo è indispensabile quando la frequenza del cuore scende sotto ai livelli di 45/50 battiti al minuto, oppure quando si verificano dei blocchi e cioè delle pause molto lunghe nel ritmo del cuore, in queste pause lunghe la pressione sanguigna scende e il soggetto può avere degli svenimenti o delle sincopi.
Per evitare questo esiste ormai da molti anni la possibilità di impiantare un Pacemaker che è un dispositivo elettronico sempre più sofisticato in grado di dare un nuovo ritmo al cuore, non soltanto un ritmo standard ma che può adattarsi agli sforzi del soggetto.
Cioè se l'individuo fa degli sforzi nella ginnastica, o comunque in un’attività fisica o sportiva, il Pacemaker è in grado di captare questi sforzi e aumentare la frequenza del battito cardiaco.
L’evoluzione del Pacemaker. Questi Pacemaker negli anni si sono evoluti, grazie alla tecnologia applicata alla medicina, e oggi sono quindi in grado di dare risposte adeguate alle necessità del cuore e di tutto l'organismo.
Poiché è chiaro che se un cuore a riposo pompa circa 4 litri di sangue al minuto, quando è sotto sforzo riesce a pompare 10 o15 o addirittura 20 litri al minuto e questo lo fa grazie all'aumento della contrattilità e della frequenza cardiaca; con i Pacemaker dell'ultima generazione queste possono essere adattate allo sforzo.
I Pacemaker infatti non solo sono adattabili, ma sono anche sempre più piccoli.
I primi Pacemaker avevano la dimensioni di un pacchetto di sigarette mentre oggi sono di pochi centimetri e sono molto sottili a tutto beneficio dei pazienti che ricevono questi impianti.
Dispositivi particolari. Esistono particolari Pacemaker per alcune malattie di cuore, per esempio quando il muscolo si contrae poco oppure la conduzione dell'impulso elettrico dentro il cuore è difficoltosa o rallentata.
Da qualche anno sono disponibili Pacemaker sequenziali talmente raffinati da coordinare meglio la contrazione cardiaca in modo da renderla più efficiente ed efficace.
Esiste cioè nell’ambito cardiologico, e più specificamente in quello elettrofisiologico, una gamma di Pacemaker, tra cui quelli bicamerali e a risposta che sentono come batte il cuore ecc., che consentono di dare una cura sempre più appropriata a quei pazienti che hanno un disturbo del ritmo cardiaco in termini di rallentamento eccessivo del battito del cuore.
Proseguiamo in un altro articolo a parlare di Pacemaker
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