11/11/1985 - Medicina e Chirurgia (Torino)
17/03/1986 - Albo Provinciale dei Medici Chirurghi di Torino (Ordine della Provincia di Torino) n. 0000013739
Chirurgia
1985 /2 - Medicina e Chirurgia (Torino)
Scritto da
Dr Marco Diena
Pubblicato il
26/09/2012
Proseguiamo, dal precedente articolo, a parlare di Pacemaker.
Chirurgia del Pacemaker. L'impianto del Pacemaker viene eseguito da un cardiologo che si occupa di elettrofisiologia.
L'impianto avviene nel tessuto sottocutaneo sotto la clavicola di destra o di sinistra, più frequentemente di sinistra nei destrimani, e poi si infilano nella vena succlavia dei piccoli cateteri che arrivano fino al cuore in modo da stimolare direttamente il muscolo e quindi il battito cardiaco.
La componente elettrica. L’alimentazione del Pacemaker è a batterie che da alcuni anni sono molto affidabili, durano a lungo e non c'è il rischio che si scarichino perché per i Pacemaker si fanno dei controlli annuali e si vede molto bene quando la batteria comincia a perdere potenza e si può quindi provvedere a sostituirla senza grossi problemi.
Comunque la durata di queste batterie è sempre più lunga; non c'è ovviamente una durata fissa perché dipende dal tipo di Pacemaker e da quanto deve intervenire.
Si può controllare facilmente l'efficienza del dispositivo e, come controlliamo sul telefonino quanto è carica la batteria, così noi controlliamo la batteria del Pacemaker; la sola differenza è che la batteria del telefonino dura due, tre giorni,o una settimana, mentre quella del Pacemaker dura anni.
La prescrizione del Pacemaker. Le applicazioni del Pacemaker sono attualmente molto vaste, ma è necessaria un’indicazione diagnostica precisa, nel senso che si studia attentamente con dei cateteri la conduzione del ritmo elettrico all’interno del cuore e l’Elettrofisiologo, che è quel Cardiologo che si occupa proprio di queste malattie, è in grado di individuare i soggetti a rischio e cioè coloro che hanno avuto delle sincopi che sono proprio il caratteristico campanello di allarme per queste patologie.
Soprattutto se il soggetto che ha avuto uno svenimento è al di sopra dei settant'anni bisogna assolutamente indagare se ha proprio un rallentamento eccessivo del battito cardiaco in alcuni momenti della giornata.
Gli sviluppi ulteriori del Pacemaker. Lo sviluppo della tecnologia di questo dispositivo è già in corso d'opera con ottimi risultati, perché esistono già da un po' di tempo dei Pacemaker che hanno al loro interno una batteria con la funzione di defibrillatore.
Si tratta di Pacemaker adatti a quei soggetti che hanno la probabilità di avere degli arresti cardiaci; questo defibrillatore, impiantabile, è infatti in grado di dare la scossa adeguata al cuore nel caso in cui si dovesse fermare.
È chiaro che sono dei dispositivi “salvavita” e che l’impianto di questi speciali Pacemaker deve essere eseguito ad hoc sotto il controllo dello Specialista.
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