Prof. Dr Alfio Giovanni Patanè

Medico Chirurgo Specializzato in Neurologia

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laurea
    08/07/1987 - Medicina e Chirurgia (Catania)
    Iscrizione all'albo

    25/02/1988 - Albo Provinciale dei Medici Chirurghi di Catania (Ordine Prov di Catania) n. 8990

    Specializzazione

    24/07/1991 - Neurologia (Catania)

    Abilitazione
    1987 /2 - Medicina e Chirurgia (Catania)

Lo stacanovista del lavoro

Scritto da
Prof. Dr Alfio Giovanni Patanè

Pubblicato il
16/02/2012

Fonti:

 - Max Weber, “L’etica protestante e lo spirito del capitalismo”

 - Arch Gen Psychiatry, 1983

 - J. Nerv Ment, Dis 1993

Lo stacanovismo (o stachanovismo) è una forma di gestione del lavoro ispirata a un operaio sovietico particolarmente produttivo (Aleksej Grigor'evi? Stachanov) che in meno di 6 ore riuscì a scavare 102 tonnellate di carbone anziché 8.

In italiano il termine stacanovista indica chi riesce a sostenere con regolarità ritmi di lavoro elevati e fuori norma con una totale dedizione.

Infatti non è insolito imbattersi in taluni individui che sono soliti definire il loro lavoro “come una droga” o addirittura come “la sola ragione di vita”, che li fa sentire bene e da cui non riescono a distaccarsi.

In realtà non vogliono distaccarsene e lavorano indefessamente dal lunedì al lunedì, spesso pretendendo anche dai loro collaboratori lo stesso regime di vita.

Storicamente a questi individui, il famoso sociologo Max Weber, fa risalire le origini del capitalismo. Infatti nell’etica protestante pare che il successo terreno personale e della propria attività preconizzi la salvezza ultraterrena.

In termini psicopatologici è ben diverso. Lo stacanovista del lavoro, fatte le debite eccezioni, è in realtà un soggetto affetto da ciclotimia, cioè un individuo affetto da una debole maniacalità, poco realizzato negli affetti e nella vita sociale, con uno sfondo narcisistico che lo porta ad operare ostinatamente tutti i giorni della settimana. Ne segue che individui dotati possono vivere, piuttosto che complicanze, importanti successi della loro vita; mentre i pazienti più limitati sono più esposti a imbarcarsi in imprese avventate e destinate all’insuccesso allorché, spronati  da un incoercibile entusiasmo, non prevedono le difficoltà delle azioni che vogliono intraprendere.

Vi si aggiungono, solitamente, costanti alterazioni del tono dell’umore che compromettono in genere le qualità delle relazioni interpersonali.

In ultima analisi la ciclotimia è probabilmente una forma sfumata di un disturbo bipolare, cioè della costante oscillazione tra l’entusiasmo e la demoralizzazione.

E’ bene intraprendere, da parte dei parenti ed in generale persone che esercitano un certo ascendente nei confronti del soggetto ciclotimico, una lunga e paziente opera di convincimento affinché si decida a ricorrere alle cure di uno specialista qualificato, con l’aiuto del quale possa ristabilire il proprio equilibrio.

Quasi sempre infatti, allorché i ciclotimici si avviano verso l’età presenile, che porta naturalmente ad attuare un bilancio della propria vita, cadono in una severa depressione dalla quale difficilmente escono, perché si rendono conto che al di là del lavoro, hanno fallito in tutti gli altri campi della loro vita.



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