Medicina e Chirurgia (1977)
Albo Provinciale dei Medici Chirurghi di MILANO n° 35641 (Provincia di Milano)
Medicina e Chirurgia (1977)
Scritto da
Dr Claudio Lambertoni
Pubblicato il
13/01/2012
Il russare è sempre stato oggetto di ilarità e scherno, oltre che fonte di disturbo per il partner e origine di conflitti familiari.
Oggi si è scoperto che si tratta di una vera e propria malattia talvolta estremamente pericolosa a causa del possibile blocco del respiro che si può verificare (apnea).
I casi di russamento e apnee del sonno sono in continuo aumento in particolare a causa dell’allungamento della vita media e dell’aumento dell’obesità.
Fortunatamente, parallelamente all’aumento della casistica, sono sensibilmente aumentate le possibilità diagnostiche e terapeutiche basate su una maggior conoscenza delle cause della malattia, su nuovi esami e su nuove tecniche chirurgiche miniinvasive.
Il rumore del russamento viene prodotto, durante il sonno, dalla vibrazione di organi e strutture attraversati dall’aria nella respirazione: il palato molle e l’ugola, la parete posteriore della gola, le tonsille, la lingua, l’epiglottide.
Solo recentemente si è compreso che questa particolare forma di emissione sonora può provocare serie conseguenze per la salute di chi ne soffre e costituisce il segnale d’allarme di due malattie importanti: la roncopatia cronica e la più grave Sindrome da apnee del sonno (OSAS o Obstructive Sleep Apnea Syndrome).
Nella roncopatia cronica i pazienti russano in modo discontinuo, a volte con forte rumorosità e progressivamente tendono a presentare sintomi che indicano un sonno disturbato e una ridotta ossigenazione dell’organismo : risveglio difficile, affaticamento mattutino, talvolta cefalea. Gradualmente viene ad instaurarsi una vera e propria Sindrome da Apnee del Sonno, che è responsabile di una netta riduzione dell’ossigenazione dell’organismo. Il sonno del paziente è caratterizzato da frequenti risvegli, da agitazione, da continui cambiamenti di posizione, da forte e violento russamento interrotto da fasi di silenzio, in cui il soggetto non riesce a respirare (apnee), seguite da rantoli e boccheggiamenti.
Al mattino, chi ne soffre, si sveglia affaticato, spesso afflitto da mal di testa e durante la giornata manifesta marcata stanchezza. Il paziente tende ad addormentarsi frequentemente e facilmente anche durante le proprie occupazioni o alla guida dell’auto.
Possono manifestarsi anche difficoltà di concentrazione, vertigini, irritabilità, perdita di memoria, ansietà o depressione, diminuzione degli impulsi sessuali.
Premesso che respirando riforniamo di ossigeno il nostro organismo, è importante ricordare che l’aria deve entrare dal naso che rappresenta la prima via respiratoria.
Il naso, con le sue funzioni (riscaldamento, filtrazione, umidificazione), tratta l’aria inspirata per adattarla alle altre vie respiratorie influenzandone il corretto funzionamento. La bocca è, quindi, solo una via di emergenza. Qualsiasi ostacolo incontri la corrente aerea nel tragitto tra il naso e i polmoni produrrà irregolarità di flusso e quindi turbolenze, responsabili della vibrazione e del conseguente russamento.
Il naso può essere ostruito da una deviazione del setto nasale, da un aumento patologico (per una rinite vasomotoria o allergica) del volume dei turbinati (ossicini delle fosse nasali rivestiti da una mucosa in grado di modificare il proprio volume) o dalla presenza di polipi. In tutti questi casi le resistenze nasali aumentano e la respirazione orale tende gradualmente a sostituire quella nasale. L’aria inspirata subisce una forza di aspirazione importante, causa di turbolenze che mettono in vibrazione il palato molle e l’ugola, producendo il caratteristico rumore.
Altri restringimenti anatomici responsabili di riduzioni del flusso aereo possono localizzarsi a livello della gola (ipertrofia della tonsilla palatina), del passaggio tra naso e gola (sfiancamento del palato molle e dell’ugola per infiammazioni o per vibrazione), della parete posteriore della faringe (ispessimento della mucosa nell’obesità) e della tonsilla linguale ingrossata soprattutto nei fumatori.
Nel paziente addormentato (incosciente) la lingua tende inoltre, nella posizione supina, a scivolare all’indietro spingendo l’epiglottide a ridurre o chiudere il lume della laringe con rischio di asfissia.
Questi fenomeni diventano ancora più marcati in caso di macroglossia (lingua troppo grossa) o di micro-retro-gnazia (mento piccolo e spostato all’indietro).
Oltre alle condizioni anatomiche, i fattori ereditari, l’eccesso di peso, l’invecchiamento, l’abuso di cibo, alcool e tabacco, l’uso di sedativi e sonniferi, l’affaticamento, lo stress, le alterazioni ormonali (ipotiroidismo), contribuiscono a determinare l’insorgenza della roncopatia della OSAS.
I progressivi peggioramenti dell’evoluzione dalla roncopatia cronica alla OSAS passano il più delle volte inosservati e vengono sfortunatamente notati solo dopo la comparsa di complicanze, a volte molto gravi. E’ quindi importante non sottostimare un problema in apparenza innocuo, che deve invece essere trattato precocemente per evitare il rischio di subire seri danni.
Complicanze cardiocircolatorie: aumento della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca, talvolta alterazioni del ritmo sino all’arresto. Questo fatto potrebbe spiegare perché tanti incidenti cardiaci (edema polmonare, tachicardia, infarto) e cerebrali (ictus) si verificano di notte.
Complicanze cerebrali: nei pazienti affetti da OSAS si instaura una insufficienza cronica del circolo cerebrale, responsabile della sofferenza delle cellule nervose che può spiegare molti sintomi neurologici; inoltre le crisi di apnea comportano per il paziente frequenti risvegli durante la notte, con diminuzione della capacità di sognare e conseguenti effetti negativi anche sull’equilibrio psichico.
Problemi ormonali e turbe sessuali: riduzione dell’ormone della crescita nei bambini, problemi di impotenza (erezione difficoltosa ed eiaculazione precoce), diminuzione del desiderio sessuale.
Complicanze bronco-polmonari: bronco pneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), comunemente nota come bronchite cronica.
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