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Dr Claudio Lambertoni

Medico Chirurgo Specializzato in Otorinolaringoiatria

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laurea

    Medicina e Chirurgia (1977)

    Iscrizione all'albo

    Albo Provinciale dei Medici Chirurghi di MILANO n° 35641 (Provincia di Milano)

    Specializzazione
    Otorinolaringoiatria e Patologia Cervico facciale (1980)
    Abilitazione

    Medicina e Chirurgia (1977)


Russamento (Roncopatia) e Sindrome delle Apnee del Sonno (OSAS) - Diagnosi e terapia

Scritto da
Dr Claudio Lambertoni

Pubblicato il
13/01/2012

Diagnosi

La diagnosi è volta a distinguere il russatore semplice dal russatore apnoico, a determinare ove esiste il danno anatomico responsabile del fenomeno, a svelare l’esistenza di complicanze. L’indagine inizia con la raccolta dettagliata della storia clinica del paziente (anamnesi) e continua con una serie di visite ed esami strumentali: visita otorinolaringoiatrica con endoscopia nasale a fibre ottiche, visita cardiologica con ECG, visita pneumologica con spirometria, vista neurologica con EEG, test allergologici, eventuale visita endocrinologica e dietologica.

Attualmente l'unico esame che consente di valutare con certezza il sito ostruttivo è la SLEEP ENDOSCOPY che sta progressivamente sostituendo tutte le precedenti metodiche endoscopiche. L'esame si esegue in sedazione eseguita dall’anestesista che riproduce le condizioni del sonno naturale.

Altra indagine importante, specifica e preliminare ad ogni altro accertamento per lo studio delle roncopatie, è la POLISONNOGRAFIA.

Quest’esame consiste nella registrazione continua (simile a quella dell’holter elettrocardiografico o pressorio), durante il sonno del paziente, di diversi parametri fisiologici importanti per la diagnosi  della roncopatia cronica e della OSAS. I dati registrati su una piccola scheda magnetica saranno poi riversati su un computer, analizzati in dettaglio e refertati. La registrazione polisonnografica dura tra le sei e le sette ore. E’ possibile la registrazione anche al domicilio del paziente.

 

TERAPIA

Terapia medica

Tra i vari metodi di terapia medica sono da ricordare in particolare le regole igienico-sanitarie volte a ridurre i fattori che favoriscono la roncopatia quali l'alcool, il tabacco, l'uso di sonniferi, gli abusi alimentari.

E' importante una diminuzione di peso per ridurre i depositi di tessuto adiposo nelle strutture della gola. Gli unici rimedi farmacologici che mantengono una sia pur limitata efficacia sono quelli tesi a migliorare la ventilazione nasale.

 

Terapia meccanica

Tra i vari metodi meccanici la maschera a pressione positiva CPAP (Continue Positive Air Pressure), che consente l'insufflazione continua di aria sotto pressione per via nasale durante la notte ed è attualmente il trattamento non chirurgico più efficace per far cessare gli episodi di apnea.

La CPAP va utilizzata sempre, anche in abbinamento ad eventuali procedure chirurgiche, nei casi più gravi.

 

Terapia protesica (Oral Appliance)

E' molto utile soprattutto in casi di russamento abituale con elevata componente posizionale (decubito supino). Si basa sull'utilizzo nella notte di apparecchi ortodontici portatili simili al “bite” per il bruxismo che distanziano la lingua dalla parete posteriore della faringe ampliando di molto lo spazio respiratorio. Possono essere usati da soli o in abbinamento alla chirurgia e alla CPAP. L'indicazione all'uso degli OA viene stabilita mediante la SLEEP ENDOSCOPY.

 

Terapia chirurgica

I trattamenti chirurgici hanno lo scopo di  migliorare la ventilazione nasale e di correggere in modo specifico le alterazioni anatomiche connessse alla roncopatia.

L'adenoidectomia, associata o meno alla tonsillectomia, in genere è sufficiente per risolvere il problema perlomeno nei bambini. La tonsillectomia, associata o meno ad altri interventi sul palato, è indicata anche nell'adulto in caso di tonsille voluminose e ostruenti.

La settoplastica consiste nel riposizionamento di un setto nasale deviato al fine di ristabilire la pervietà nasale. L' intervento sul setto viene quasi sempre associato agli interventi sui turbinati: turbinectomia o decongestione chirurgica dei turbinati troppo congestionati e aumentati di volume  (come  spesso  avviene  nelle riniti allergiche e/o vasomotorie).

Oggi questi interventi possono spesso avvalersi dell'uso del laser e di altre tecniche minivasive ed essere effettuati ambulatoriamente, in anestesia locale e senza tamponamento nasale.

 

Terapia chirurgica minivasiva del palato molle, dell'ugola e della base lingua

Si avvale di tutta una serie di nuove procedure in anestesia locale che hanno lo scopo di ottenere un “indurimento” o una “retrazione” del palato molle con conseguente riduzione o scomparsa dei rumori e delle vibrazioni del russamento (radiofrequenze, snoreplasty, risonanza quantica molecolare, impianti Pillar).

Sono procedure da riservare ai casi più semplici di russamento, oppure a OSAS lieve.

 

Chirurgia del palato molle e dell'ugola

Sino a  poco tempo or sono l'intervento chirurgico di elezione  per la roncopatia  è stato  l'Uvulo Palato Faringo Plastica o UPPP. Si trattava di un intervento impegnativo, eseguito in anestesia generale, che richiedeva una degenza di parecchi giorni, causava intenso dolore post-operatorio e comportava il rischio di complicazioni quali emorragia, insufficienze del  palato molle (con passaggio di liquidi dal naso durante la deglutizione), stenosi velo-faringee (restringimento e aderenze della gola).

Oggi la UPPP è stata sostituita dalla FARINGOPLASTICA LATERALE o ANTERIORE in cui si esegue il rimodellamento del palato molle e dell'ugola senza sacrificare tessuto ed evitando quindi i rischi connessi alle vecchie tecniche, la convalescenza è più breve, il rischio di complicanze è quasi nullo e i risultati sono molto più affidabili.

 

Chirurgia della laringe

La chirurgia della laringe si esegue in casi selezionati e si basa sulla epiglottidectomia che consiste nella asportazione di una piccola parte dell'epiglottide quando essa è responsabile delle apnee e su interventi sull'osso ioide (sospensione ioidea) quando esiste un collasso laterale dell'ipofaringe. Gli interventi si eseguono in anestesia generale.

 

 

CONCLUSIONI

Tutto ciò premesso emergono chiaramente le notevoli difficoltà che lo specialista incontra nella diagnosi e nel trattamento della patologia.

Si tratta di una sindrome estremamente polimorfa, con tante possibili cause, con altrettante concause e magari con complicazioni già in atto. L’approccio diagnostico corretto per questi motivi deve essere assolutamente pluridisciplinare con l’intervento di vari specialisti (otorino, pneumologo, neurologo, cardiologo, chirurgo maxillo facciale, odontoiatra, endocrinologo, nutrizionista ed altri).

Le proposte terapeutiche sono molto varie e devono tener conto oltre che della appropriatezza in senso medico anche dell’accettazione da parte del paziente che deve essere informato con estrema precisone dei razionali delle scelte mediche e dei possibili risultati.

Il rapporto con il paziente riveste un ruolo estremamente importante per la possibilità tutt’altro che improbabile che non sia sufficiente un solo trattamento o terapia ma che possano essere necessari più step di vario genere e che il paziente non debba scoraggiarsi per la possibile inefficacia di alcuni di essi.

Il paziente dovrà essere altresì ben consapevole dei gravi rischi connessi al non trattamento della patologia.

Le recenti acquisizioni diagnostico/terapeutiche stanno fortunatamente cambiando lo scenario del trattamento della malattia grazie ad esami sempre più precisi, ad adeguate terapie protesiche e ad atti chirurgici sempre più efficaci e meno invasivi.



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