Prof. Dr Leonardo M. Fabbri

Medico Chirurgo Specializzato in Tisiologia e Malattie dello Apparato Respiratorio

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laurea

    1972 - Medicina e Chirurgia

    Specializzazione

    1975 - Medicina del Lavoro

    1978 - Malattie dell'Apparato Respiratorio


L’asma e il paziente asmatico

L’asma può essere collegata a un’allergia

Scritto da
Prof. Dr Leonardo M. Fabbri

Pubblicato il
08/08/2012

In un precedente articolo abbiamo dato un primo sguardo sull’asma e le crisi respiratorie ricorrenti.

Vediamo ora quali esami sono necessari in un soggetto asmatico e probabilmente allergico.

 

L’asma e le misurazioni del respiro. Il più delle volte i pazienti ci raccontano di aver avuto delle crisi respiratorie ma non le hanno al momento e quindi non sono chiusi (ostruiti).

In questo caso abbiamo degli strumenti molto semplici, che si chiamano misuratori del picco di flusso, che hanno la stessa funzione della spirometria.

Uno di questi attrezzi viene consegnato al paziente probabilmente asmatico indicandogli come deve usarlo a casa e lui, o lei, effettua la misurazione la mattina o la sera e quando dovesse sentirsi chiuso.

Abbiamo così un film della durata di 15 giorni o un mese, dal quale possiamo capire se effettivamente c’è questa ostruzione reversibile o no e quindi l’asma.

Se anche questo test è negativo allora possiamo in laboratorio indurre una crisi d’asma, in maniera controllata e molto modesta ovviamente, con quelli che chiamiamo i test di provocazione.

Insieme alla spirometria di cui abbiamo già parlato, possiamo dire che essenzialmente nella grande maggioranza dei casi quanto sopra  è sufficiente: abbiamo infatti la diagnosi dell’asma e con i misuratori di picco di flusso abbiamo la descrizione dell'andamento della malattia e della sua risposta.

Possiamo quindi valutare l'efficacia del trattamento anche con questo monitoraggio, perlomeno all'inizio, e quindi in gran parte dei casi tutto l'iter della diagnostica è compiuto.

 

La componente allergica dell’asma. A complemento degli esami sopra descritti, poiché nella maggior parte dei casi alla base dell'asma ci può essere un'allergia, nell’iter diagnostico vengono fatti contemporaneamente i test cutanei per vedere se il soggetto è allergico a uno o più degli allergeni comuni.

Se c'è questa positività, che peraltro esiste nella maggioranza della popolazione e quindi non ha significato di per sé, e se c'è un rapporto ad esempio tra la sensibilizzazione ai pollini e la presenza di sintomi dell’asma in area stagionale, noi possiamo ricorrere da una parte alla prevenzione e dall'altra, in casi molto particolari, all'immunoterapia.

 

L’asma e gli approfondimenti diagnostici. In una piccola percentuale di casi, circa il 5%, in cui la risposta alla terapia non è pronta e la diagnosi dell’asma quindi non è chiara, allora vanno fatti degli approfondimenti diagnostici più generali.

Ad esempio, se il paziente oltre che essere asmatico fuma, allora si deve vedere se c'è una broncopneumopatia ostruttiva, misuriamo perciò meglio la funzionalità respiratoria, la completiamo con la misurazione dei volumi polmonari, facciamo una radiografia del torace e, là dove è necessario, eseguiamo una TC (Tomografia Computerizzata) del torace per vedere che non ci sia qualcosa d’altro; eseguiamo quindi gli esami del sangue, per vedere che non ci sia un’eosinofilia (alta presenza di eosinofili - globuli bianchi - nel sangue), considerando tutti questi come gli accertamenti più generali per una diagnosi certa dell’asma.

 

In un articolo seguente vedremo il ruolo dello pneumologo.



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