29/11/1984 - Medicina e Chirurgia (Roma)
27/06/1985 - Albo Provinciale dei Medici Chirurghi di Roma (Ordine della Provincia di Roma) n.36084
15/07/1988 - Oftalmologia
1985 /1 - Medicina e Chirurgia (Roma)
Scritto da
Prof. Dr Andrea Cusumano
Pubblicato il
27/09/2010
Le allergie oculari primaverile. Le allergie oculari possono essere la conseguenza di una predisposizione organica, perché un paziente può essere particolarmente sensibile a tutte le allergie che si scatenano nel periodo primaverile.
Quindi allergie al polline, allergie alle graminacee, e a tutte le sostanze che si possono facilmente testare con i test allergometrici.
Il consiglio in caso di allergie oculari. Il primo consiglio è di considerare che esistono dei veri e propri osservatori con i quali è possibile sintonizzarsi anche su internet e avere un monitoraggio quotidiano per conoscere la quantità e la tipologia dei pollini presenti in alcune zone italiane.
Ci sono infatti delle università e dei centri predisposti.
Prima cosa: allontanare l'allergene. Quando le allergie oculari derivano da un fattore stagionale, come le pollinosi che sono molto frequenti in primavera, o da un fattore ambientale che può essere la presenza degli acari della polvere, o dall'esposizione a sostanze che sono utilizzate per le pulizie o a qualsiasi altra sostanza allergizzante, la cosa più importante è quella di non curare il sintomo ma di rimuovere la causa e soprattutto il contato con l'allergene.
Quando si è in presenza di allergia al polline bisogna utilizzare sistemi filtranti come l'aria condizionata se si è in macchina o nell'ambiente, o mascherine e occhiali protettivi se siamo fuori, anche perché se c'è molto vento aumenta la frequenza del contatto con l'allergene.
Seconda cosa: diluire l'allergene. In secondo luogo in caso di allergie oculari è opportuno diluire, anche con lacrime artificiali, la quantità dell'allergene penetrato nella congiuntiva che è molto reattiva a tutti questi agenti esterni, gli allergeni appunto.
Terza cosa: usare antistaminici di ultima generazione. In terzo luogo utilizzare dei prodotti che in genere sono antistaminici di ultima generazione che permettono di controllare la risposta allergica.
Quarta cosa: usare corticosteroidi. In quarto luogo fare uso di corticosteroidi in maniera occasionale e molto limitata e possibilmente che siano corticosteroidi di superficie.
Questo solo nel caso in cui l'esarcerbazione dei sintomi sia tale da non permettere al paziente di condurre una vita sociale e lavorativa sufficientemente valida.
L'alimentazione. Infine una particolare attenzione deve essere rivolta anche all'alimentazione perché noi abbiamo una riserva che ci protegge dall'allergia e dalle sue reazioni che però non deve essere saturata a livello organico con l'esposizione magari a prodotti ingeriti che già hanno assorbito una parte delle difese naturali nei confronti degli allergeni.
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