29/11/1984 - Medicina e Chirurgia (Roma)
27/06/1985 - Albo Provinciale dei Medici Chirurghi di Roma (Ordine della Provincia di Roma) n.36084
15/07/1988 - Oftalmologia
1985 /1 - Medicina e Chirurgia (Roma)
Scritto da
Prof. Dr Andrea Cusumano
Pubblicato il
18/05/2011
Le lenti da sole certificate CEE. Esiste una rigorosa normativa CEE, la EN 1836/97 e successive modifiche, che ha demandato a un Comitato di Normalizzazione Europeo, l’approntamento di alcuni parametri tecnicamente e fisicamente validati che identifichino innanzitutto nelle lenti filtranti un cosiddetto DPI, ovvero per la legge italiana un Dispositivo di Protezione Individuale, e quindi non un mezzo di poca importanza ma un vero e proprio mezzo di protezione, con due caratteristiche primarie che obbligatoriamente devono essere rispettate.
Che abbia in primo luogo la capacità di filtrare i raggi ultravioletti e in secondo luogo quella di effettuare questo compito conservando la garanzia della sicurezza nell’uso, il che significa una resistenza adeguata agli urti oltre alla possibilità di mantenere nel tempo la capacità filtrante perché una lente non deve funzionare solo inizialmente e smettere magari dopo un mese lasciando credere al possessore di essere protetto.
La normative CEE. Per ottenere la certificazione CEE, e la possibilità di utilizzare il marchio CE, è necessario che le lenti da sole affrontino un protocollo che prevede il superamento di una diecina di test di carattere statico e dinamico, oltre che prove di filtratura dei raggi ultravioletti.
Le lenti da sole senza il marchio della Comunità Europea che si comprano sulle bancarelle, nei supermercati o dagli ambulanti, spesso non sono testate e hanno costi di produzione talmente bassi da non poter essere compatibili con quelli elevati delle lenti da sole di qualità.
Queste ultime devono quindi essere acquistate presso un negozio di ottica e consigliate da professionisti secondo le diverse esigenze.
I danni delle lenti da sole scadenti. Ma cosa cambia effettivamente quando si usano lenti da sole non certificate?
Per prima cosa queste lenti non hanno modo di raggiungere l’obiettivo primario che è quello di filtrare e quindi di proteggere dai raggi ultravioletti.
La seconda cosa è la più grave perché alcune di queste lenti danno un’alterazione costante dei colori primari e cioè del blu, del rosso del verde e del giallo.
Il che significa che un paziente, che magari ha già la cataratta o ha un inizio di maculopatia che di per sé condizionano la percezione dei colori, utilizzando una lente non appropriata che li altera in modo addizionale, può percepire ad esempio la luce di un semaforo di un colore completamente diverso da quello reale e può così avere dei disturbi seri nella mobilità urbana e in particolare in quella automobilistica.
I test sulle lenti da sole. Un altro inconveniente è che questo tipo di lenti, che non rispondono ai canoni CEE, possono essere caratterizzate dal fatto per perdono progressivamente la capacità filtrante già ridotta inizialmente.
E quindi magari, anche solo dopo un mese di esposizione, non servono assolutamente più a niente.
Succede allora che, pensando di essere protetti in maniera adeguata, ci si esponga ai raggi ultravioletti senza essere, al contrario, muniti di alcuna protezione.
Infine è importante che siano sottoposte a prove dinamiche e statiche quelle lenti, ad esempio in policarbonato o in altri materiali di ultima generazione, utilizzate dagli sportivi, per testare che abbiano la capacità fondamentale di resistere agli urti, anche come quello di una palla da tennis lanciata a 150 km/ora, cosa che certo non possono fare le lenti acquistate su una bancarella.
Anche nell’ambito delle lenti certificate secondo le normative CEE la qualità non è uniforme, ne esistono infatti di qualità alta o media ma tutte, essendo a norma, sebbene possano avere minore comfort e prestazioni inferiori, garantiscono comunque quella sicurezza che deve essere assicurata per esempio anche su strada sia per la Fiat 500 che per la Bentley.
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