29/11/1984 - Medicina e Chirurgia (Roma)
27/06/1985 - Albo Provinciale dei Medici Chirurghi di Roma (Ordine della Provincia di Roma) n.36084
15/07/1988 - Oftalmologia
1985 /1 - Medicina e Chirurgia (Roma)
Scritto da
Prof. Dr Andrea Cusumano
Pubblicato il
27/09/2010
Il progetto della retina artificiale. Questo progetto, partito una dozzina di anni fa e nato da un consorzio europeo e da consorzi americani, di fatto si prefigge di impiantare un microchip all'interno dell'occhio, che dovrebbe sostituirsi nella ricezione delle immagini alla struttura retinica, e di poter ritrasmettere per via retrograda immagini di qualità molto bassa.
I rischi del progetto della retina artificiale. Il rischio è che ci possa essere un'estrusione dell'impianto e comunque le prospettive di pieno successo a medio termine sono abbastanza modeste.
Ciò è dovuto probabilmente al fatto che questo trasferimento di tecnologie dall'ingegneria del microchip alla bioingegneria dell'apparato oftalmico è ancora lontano da un'applicazione costante.
Quale visione con la retina artificiale. Non siamo di fronte a un sogno ma bisogna tenere conto che di fatto allo stato attuale le concrete prospettive per i pazienti sono quelle di ottenere una visione molto scadente.
Naturalmente per un non vedente assoluto anche la possibilità di recuperare la luce e le ombre è un traguardo ambito; forse però la tecnologia moderna non è pronta per un'applicazione su larga scala.
Quali aspettative. Va inoltre tenuto presente che le aspettative di pieno successo sono oggi inferiori a quelle di alcuni anni or sono.
Infatti in America, che è un po' il Gotha dell'oculistica mondiale, fino a due anni fa esisteva una sezione della Visione Artificiale che è stata cancellata perché le aspettative sono state deludenti.
Il paziente al primo posto. Qualche volta il supporto medico aiuta anche lo sviluppo di nuove tecnologie.
Bisogna comunque fare attenzione che se si allarga troppo l'attenzione su un obiettivo del genere è fondamentale definire se vogliamo soltanto migliorare le tecnologie oppure fare in modo che siano applicabili meglio al paziente.
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