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Prof. Dr Andrea Cusumano

Medico Chirurgo specialista in Oftalmologia

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laurea

    29/11/1984 - Medicina e Chirurgia (Roma)

    Iscrizione all'albo

    27/06/1985 - Albo Provinciale dei Medici Chirurghi di Roma (Ordine della Provincia di Roma) n.36084

    Specializzazione

    15/07/1988 - Oftalmologia

    Abilitazione

    1985 /1 - Medicina e Chirurgia (Roma)


Stress e vista: quando la corioretinopatia sierosa centrale può dipendere da un disturbo psicologico

Scritto da
Prof. Dr Andrea Cusumano

Pubblicato il
18/05/2011

Stress e vista. La vista ha un evidente rapporto con i disturbi e le condizioni psicologiche e psichiatriche di carattere patologico.

Esiste infatti una malattia oftalmica, che consiste nella corioretinopatia sierosa centrale, legata allo stress.

Su queste basi alcuni studi prospettici cercano di analizzare il cambiamento dell'andamento spontaneo, e quindi non trattato, di questa grave patologia, in funzione del miglioramento psicologico o psichiatrico dei pazienti, ottenuto sia con il semplice allontanamento delle condizioni stressanti derivate ad esempio dalle difficoltà sul lavoro, o con il miglioramento delle situazioni affettive o delle prospettive di serenità economica, o con l'eradicazione di dubbi sull'esistenza di proprie malattie che lo angustiavano magari in maniera non dovuta, sia anche con un supporto psicologico e la somministrazione di particolari farmaci psichiatrici. 

 

L'eliminazione dei fattori di rischio. Nel rapporto fra stress e vista si sta quindi cercando di dimostrare che l'allontanamento primario dei fattori di rischio è essenziale.

Come per un paziente che è allergico alle fragole, invece di dargli di corsa il cortisone o un antistaminico, cerchiamo piuttosto di fargli smettere di mangiarle e diamogli i farmaci solo se permane una condizione allergica residua. 

 

Quando stress e vista. Quando si rileva la presenza della corioretinopatia sierosa centrale è legittimo il sospetto che esistano condizioni psicologiche o psichiatriche dalla cui rimozione potrebbe derivare un miglioramento sensibile per il paziente.



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