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Prof. Dr Paolo Pavone

Specialista in Radiodiagnostica

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laurea

    19/06/1981 - Medicina e Chirurgia (Roma)

    Iscrizione all'albo

    30/01/1982 - Albo Provinciale dei Medici Chirurghi di Taranto (Ordine della Provincia di TARANTO)

    Specializzazione

    12/07/1985 - Radiodiagnostica (Roma)

    Abilitazione

    1981 - Medicina e Chirurgia (Roma)


La diagnosi coronarica precoce è oggi diventata una realtà

Scritto da
Prof. Dr Paolo Pavone

Pubblicato il
27/03/2013

Fonti:

Intervista del 08/11/2010

La diagnosi coronarica con la TAC computerizzata abbinata all'imaging, affronta il problema dei limiiti dell'angiografia che vede, con il catetere, solo un restringimento che è scarsamente significativo.

Questo esame tradizionale infatti non riesce a vedere la parete del vaso ma solo il lume ristretto e non è in grado di fornire indicazioni per lo stenting (inserimento di uno stent).

Al contrario, in parecchi casi di pazienti con sintomi lievi, ma che comunque potevano essere riconducibili a un problema cardiologico, dopo averli sottoposti a una diagnosi con IVUS (ecografia endovascolare) o con OCT (Tomografia a coerenza ottica senza mezzi di contrasto), si è dimostrato molto chiaramente che effettivamente si era in presenza di una placca coronarica importante e significativa che era sicuramente la causa dei sintomi percepiti e quindi si sono date indicazioni per il posizionamento dello stent. 

 

Le tecnologie abbinate nella diagnosi coronarica. L'imaging integrato, TAC da un lato in fase preliminare e IVUS od OCT in fase interventistica, influenza quindi la scelta terapeutica (stenting o meno) che il cardiologo poi esegue.

È inoltre utile analizzare gli standard che fino ad oggi definivano se il paziente era o non era da sottoporre a imaging, o a tecniche un tempo invasive, per stabilire se avesse una malattia coronarica o un family risk (rischio di famiglia); questa analisi è utile a dimostrare che questo rischio di famiglia ha un valore molto importante sulla popolazione.

Noi possiamo infatti sottoporre la popolazione italiana a "rischio di famiglia" facendo un'analisi e andremo a verificare qual è il rischio che la popolazione italiana nel suo insieme, o determinati gruppi, hanno di sviluppare una malattia cardiovascolare in rapporto ad altre popolazioni che possono essere gli asiatici, gli africani o altri. 

 

La diagnosi coronarica individuale. Se consideriamo il paziente singolo non dobbiamo più analizzare il rischio come lo abbiamo visto fino ad oggi a livello globale, ma dobbiamo analizzare un rischio individuale.

Questa analisi suggerisce in modo sempre crescente che ha un significato molto importante il fatto di proporre al paziente, che ha qualche fattore di rischio personale, un imaging integrato a sua garanzia, perché si tratta delle proprie coronarie e quindi della propria vita. 

 

Dove fare questi esami. In Italia abbiamo un Servizio Sanitario Nazionale efficientissimo e tutti gli ospedali sono dotati delle apparecchiature adeguate a questi esami, che sono rimborsati sulla base di una specifica e plausibile motivazione, come ad esempio il rischio elevato.

Oggi inoltre si sta sviluppando sempre di più una sorta di secondo binario della Sanità, e cioè quello della Sanità privata, basato sul fatto che i pazienti molto spesso per evitare lunghi tempi di attesa devono rivolgersi alle Assicurazioni private.

È chiaro che in quel caso, a maggior ragione, l'esame può essere fatto.

L'efficacia degli esami nelle due strutture è equivalente, grazie anche all'elevata qualità professionale del personale medico e tecnico di cui dispone la Struttura Sanitaria Italiana.

In tema di prevenzione. È indispensabile avviare un'informazione sempre più approfondita per creare una crescente sensibilità sia ai fattori di rischio coronarico, sia all'opportunità di sottoporsi ad esami adeguati come la TAC coronarica computerizzata, ricordando la sua non invasività e il livello insignificante di radiazioni necessarie per avere immagini dettagliate e di grande utilità diagnostica.



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