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Prof. Dr Mario Carrabba

Medico Chirurgo Specializzato in Reumatologia

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laurea

    24/11/1964 - MEDICINA E CHIRURGIA (MILANO)

    Iscrizione all'albo

    14/06/1965 - Albo Provinciale dei Medici Chirurghi di MILANO (Ordine della Provincia di MILANO) n. 12307

    Specializzazione

    07/07/1967 - CARDIO-REUMATOLOGIA (FERRARA)

    Abilitazione

    1965  - Medicina e Chirurgia (MILANO)


L’artrite da cristalli più nota è la gotta

Artrite da cristalli, ovvero gotta e anche condrocalcinosi

Scritto da
Prof. Dr Mario Carrabba

Pubblicato il
10/12/2012

Proseguendo dai precedenti articoli sulla classificazione dei reumatismi e dell'artrosi, parliamo ora dell’artrite da cristalli.

L’ artrite da cristalli. Come abbiamo già specificato, l’artrite fa parte dei reumatismi infiammatori.

Una delle artriti è l’artrite da cristalli.

La principale e più nota artrite da cristalli è quella che si accompagna a depositi di cristalli di urato monosodico nelle strutture articolari e periarticolari dei portatori di acido urico molto elevato nel siero (oltre 8 mg/100 ml).

Questi soggetti, se presentano attacchi acuti occasionali di artrite agli arti inferiori, sono spesso considerati portatori di gotta.

 

Dove colpisce la gotta. Una sede tipica di questo tipo di artrite è la base dell’alluce, che diventa nel giro di poche ore gonfia , bollente e dolentissima (di notte il malato non tollera neppure le lenzuola!); anche il dorso del piede, la caviglia o il ginocchio possono presentare episodi acuti con analoghe caratteristiche.

In genere l’episodio acuto si risolve anche spontaneamente in pochi giorni.

 

Quando e chi colpisce la gotta. Nota e descritta fin dall’antichità, la gotta è considerata l’artrite dei ricchi e dei crapuloni perché è tradizione che gli attacchi dolorosi compaiano più facilmente in occasione di eccessi alimentari o alcoolici (inclusa la birra).

La gotta compare quasi sempre nel sesso maschile e quando dura da anni, perché non  diagnosticata o curata, dà luogo a depositi sottocutanei biancastri di acido urico denominati tofi e capaci di distruggere l’osso sottostante.

 

La diagnosi della gotta. Oggi è facilmente diagnosticabile in base alla storia clinica, alla presenza dei tipici cristalli all’esame microscopico del liquido articolare e alla frequente presenza di uricemia elevata nel siero.

Non è raro che le vittime di questa forma siano portatori o abbiano una familiarità per obesità, diabete, ipercolesterolemia o ipertrigliceridemia e che abbiano avuto coliche renali (di urato).

 

La cura della gotta. Il trattamento è agevole in quanto, oltre agli anti-infiammatori e alla colchicina da usare in fase acuta, esistono preparati in grado di ridurre l’acido urico in eccesso entro limiti normali purché assunti all’inizio con alcuni accorgimenti, per evitare ricadute di attacchi, e poi con costanza per tutta la vita.

La condrocalcinosi è un’altra artrite da cristalli, clinicamente simile alla gotta, ma dovuta all’accumulo di cristalli diversi, che sono costituiti da un sale di calcio, il pirofosfato di calcio diidrato (o CPPD).

Questo tipo di artrite da cristalli è diagnosticata soprattutto in base alla presenza nel liquido articolare dei cristalli che la contraddistinguono, oppure perché la radiografia delle ginocchia o dei polsi mostra le caratteristiche calcificazioni che infiltrano i tessuti molli articolari (menischi in particolare).

Nell’anziano la malattia può complicare l’artrosi rendendone assai più rapida l’evoluzione.

 

Negli articoli che seguono parliamo dei reumatismi dei tessuti molli periarticolari e dei reumatismi muscolari.



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