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GIOELE08
Utente di ABCsalute.it
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Anche io ho lo stesso problema potete contattarmi?
 
GIOELE08
Utente di ABCsalute.it
Messaggi: 2
Valeppi ha scritto:
Ciao, ho letto questo forum e vorrei contattarti. anche io ho un problema simile al tuo da quasi 6 mesi. scrivimi


Potete contattare anche me?
 
PROF.SIRAVO
Utente di ABCsalute.it
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CICLOPLEGIA
Il termine CICLOPLEGIA null'altro signigica che paralisi del muscolo ciliare con conseguente paralisi dell’accomodazione.



La decontrazione del muscolo ciliare induce un aumento del diametro dello sfintere mettendo in tensione i legamenti zonulari che esercitano trazione sull'equatore del cristallino con appiattimento delle superfici anteriori e posteriori. Il potere diottrico del cristallino raggiunge il suo minimo. Tale situazione definita disaccomodazione è idonea per un occhio emmetrope alla messa a fuoco sulla retina di raggi provenienti dall'infinito (che per l'uomo è da considerarsi oltre i sei metri).
Viceversa la contrazione del muscolo ciliare corrisponde allo stato di accomodazione per vedere vicino: cioè all'acquisizione da parte del cristallino della massima potenza rifrattiva.

Questa capacità accomodativa non si mantiene intatta per tutta la vita: per un occhio emmetrope (cioè che non sia miope, ipermetrope o astigmatico) dall'età infantile in cui raggiunge poteri di oltre 10 tende progressivamente a ridursi: ai 40 anni è di 3 1/2 ai 45 di 2 1/2, ai 50 anni di 1 1/2, ai 55 di 1/2 .





I farmaci dotati di attività cicloplegica disponibili sono l’atropina, l‘omatropina,il ciclopentolato e la tropicamide. Per ottenere una cicloplegia profonda e stabile SI FIGURI che la tecnica più sicura consiste nell’instillazione di una goccia di atropina allo 0,5% 2 volte al giorno per 5 giorni prima dell’esame. La cicloplegia che si ottiene in questo modo è praticamente totale e poco fluttuante; purtroppo ha l’inconveniente di alterare la visione per una e a volte due settimane, in quanto la paralisi del muscolo ciliare permane per altri 8-10 giorni. Pertanto è un provvedimento che viene riservato solo a casi particolari o dubbi, in cui sia assolutamente indispensabile una abolizione pressoché totale della capacità accomodativa(OVVIAMENTE MASSIME IN OFTALMOLOGIA PEDIATRICA!!). Tuttavia, è un poco meno efficace in occhi fortemente pigmentati. Non è invece avveduto,né dà particolari vantaggi, impiegare la concentrazione all’ 1%, a causa dei possibili effetti tossici sistemici.
Il protocollo attualmente più seguito per ottenere una cicloplegia abbastanza marcata consiste nell’uso di farmaci di sintesi,il ciclopentolato o la tropicamide;alcuni rifrazionisti preferiscono associare i due farmaci, ma non vi è una chiara dimostrazione che questa associazione sia realmente vantaggiosa, salvo che nelle iridi scure, ove trova impiego elettivo.
Il ciclopentolato all’1% dà una paralisi dell’accomodazione rapida e paragonabile a quella ottenuta con l’atropina.
Normalmente sono sufficienti 2-3 instillazioni a distanza di 30-45 minuti, e il massimo dell’effetto è raggiunto dopo circa 2 ore. La paralisi accomodativa dura da 6 a 24 ore. Data la sua potente azione e la sua durata relativamente limitata, il ciclopentolato è il farmaco di scelta quando si voglia ottenere una cicloplegia marcata ed eliminare praticamente ogni residuo accomodativo. È quindi il farmaco più indicato in chirurgia rifrattiva,anche perché raramente dà reazioni allergiche.
Come già sottolineato, in soggetti in età infantile può dare reazioni di tipo psicotico, mentre negli adulti può provocare leggeri stati di ottundimento del sensorio, sensazione di vertigine, raramente acufeni e cenestopatie.
Per le schiascopie di routine, specie quelle fatte per prescrivere occhiali, nelle quali non è richiesta una paralisi accomodativa particolarmente marcata, viene largamente impiegata la tropicamide,che ha il vantaggio di una azione rapida e poco duratura. Instillata all’1% ogni 10-15 minuti per 4-6 volte (riducendo la frequenza con l’aumentare dell’età), mantiene una buona paralisi per circa 30-40 minuti, tempo sufficiente per un accurato e completo esame rifrattivo. La durata d’azione è di 2-6 ore, consentendo quindi al paziente di tornare rapidamente alle sue occupazioni. La maneggevolezza della tropicamide, la breve durata d’azione e la rara incidenza di affetti collaterali o sistemici (è però forse lievemente più allergogena del ciclopentolato), ne fanno il farmaco di scelta per praticare cicloplegie negli studi e ambulatori oftalmici.
Tuttavia, la breve durata d’azione richiede che l’esame venga praticato al tempo stabilito; in caso di contrattempi o ritardi,l’unica cosa da fare è continuare la somministrazione al ritmo di una goccia ogni 10-15 minuti, sino a che non si inizia l’esame.
Quindi capisce che la cicloplegia non è una goccia e VAI,altrimenti in questi modi i falsi positivi DA SPASMI ACCOMODATIVI più o meno marcatai fanno avere valori fluttuanti refrattivi e qundi NON VERI!!!!




Fig. 1.10 Modificazioni cristalliniche in fase di tensione zonulare (a) e di tensioni (b).Tratta da: “Basi Fisiopatologiche di clinica oculistica” CRISTINI, 1993


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Salve. Ho letto il forum. Ho anche io lo stesso problema. Volevo sapere voi come avete risolto o se potete contattarmi. Grazie
 
PROF.SIRAVO
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VEROSIMILMENTE TRATTASI DI CONGIUNTIVITE IPERERGICO-DISREATTIVA COME DETTO
MI CONTATTI PURE COME RICHIESTO AL
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soggetto fotofobico si sente a disagio o prova dolore agli occhi a causa dell'esposizione ai raggi solari (nonché al loro riflesso e al riverbero sulle superfici chiare) oppure a una luce artificiale intensa.
Le malattie oculari che più frequentemente la causano sono la congiuntivite, l'uveite e la cheratite. Può tra l'altro essere associata a irritazioni oculari provocate da varie cause (tra cui un cattivo uso delle lenti a contatto e a interventi di chirurgia refrattiva col laser).
L'eccessiva sensibilità è dovuta a una grande quantità di luce che entra nell'occhio e provoca una sovra-stimolazione dei fotorecettori della retina; di conseguenza viene sempre generato un impulso bioelettrico che, viaggiando attraverso il nervo ottico, arriva alla corteccia cerebrale; tuttavia, se le strutture dell'occhio non sono sane, la capacità di 'resistenza' ai fotoni si riduce. Di conseguenza, si prova avversione nei confronti della luce, senso di disagio o dolore. Il fenomeno è più frequente in chi ha gli occhi chiari.

Un'eccessiva quantità di luce può entrare nell'occhio non solo se è infiammato o malato, ma anche se è stato danneggiato, come in caso di lesioni alla cornea o danni alla retina oppure se la pupilla è incapace di regolare il flusso di luce in entrata (si ha abbagliamento, come quando si apre al massimo il diaframma di una macchina fotografica reflex).
La fotofobia è un disagio per l’occhio alla luce. Si tratta di un sintomo piuttosto comune. Per molte persone, la fotofobia non è causata da una malattia di base. La fotofobia grave può essere associata a problemi agli occhi e causare grave dolore oculare, anche con scarsa illuminazione.
QUINDI LE CAUSE:
Le più comuni sono:
Eccesso nell’utilizzo di lenti a contatto, o per lenti a contatto montate male;
Malattie degli occhi, infortuni o infezioni;
Ustioni all’occhio;
Comune emicrania;
irite o uveite (infiammazione all’interno degli occhi);
Abrasione corneale;
Ulcera corneale;
Farmaci come le amfetamine, l’atropina, cocaina, cyclopentolate, idoxuridine, fenilefrina, scopolamine, trifluridine, tropicamide, e vidarabine;
Occhi dilatati.


Un caro saluto
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