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trudon
Utente di ABCsalute.it
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Mio figlio ha 10 anni e frequenta la 5° elementare. In prima e seconda mia moglie ha lottato tutte le mattine per farlo entrare a scuola perchè piangeva. Non siamo riusciti a trovare una spiegazione a questo comportamento che è durato per due anni. Le insegnanti però ci tranquillizavano dicendoci che poi, una volta entrato in classe, il bambino era tranquillo e socialmente attivo con i compagni. Il suo rendimento a scuola non è mai stato dei migliori, però fino alla 3° elementare non aveva particolari problemi, anche se io e mia moglie dovevamo seguirlo molto a casa per svolgere i compiti e per studiare. Durante il secondo quadrimestre della classe 4° elementare è molto peggiorato, anche se a casa continuava a fare i compiti e studiare come sempre, sotto la nostra vigilanza. Il problema, già da allora, era che durante le lezioni, a detta delle insegnanti, si distraeva molto, infatti i voti delle verifiche non erano molto belli (quasi tutti 6 e 7). Durante questo primo periodo della classe 5° è peggiorato ancora. In varie verifiche ha ottenuto anche dei 5. Eppure a casa i compiti li fa e gli sentiamo regolarmente le lezioni orali. Certo è che spesso fa molte storie per studiare, ma poi alla fine secondo noi gli argomenti li sa. Quest'anno inoltre i compiti scritti a casa li fa per la maggior parte da solo. Il problema è in classe. Le insegnanti dicono che lui è sempre attento a tutto quello che succede dentro l'aula, ma non è attento a quello che spiega la maestra. Dicono che non è un bambino maleducato. Una insegnante mi ha detto che secondo lei non ha difficoltà di apprendimento, perchè ad esempio dopo una verifica andata male lo ha interrogato oralmente e lui ha saputo gli argomenti. Anche io e mio moglie pensiamo che non abbia problemi di apprendimento, però lo vediamo molto distratto, al punto che se ad esempio gli domando qual'è il fiume che passa dentro Roma mi dice il Tevere, poi elencandomi i fiumi del Lazio mi dice frettolosamente che il più importante è il Po, e dopo un attimo, vedendo la mia faccia, si corregge e quasi si scusa. E queste cose capitano anche con le altre materie!! lo vediamo frettoloso e sembra che per la testa ha sempre qualcos'altro. Quindi ci siamo resi conto che non è aumentando il tempo che passa sui libri che migliorerà il suo rendimento, ma stando più attento a scuola, soprattutto durante le verifiche. Ma come possiamo fare a farlo migliorare in questo senza stressarlo? Un consiglio per favore, e scusate la mia lungaggine, ma questo "problema" ci sta rendendo la vita difficile in famiglia, anche perchè il bambino si innervosisce sempre di più!!
 
Dott. Roberto De Pas
WB701
Medico di ABCsalute.it
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Buon giorno.
Si possono fare molte ipotesi come spiegazione al disagio scolastico di Suo figlio. Le evito l'elenco, per ovvi motivi. Il mio consiglio: stabilire se Suo figlio presenta un DSA, Disturbo Specifico di Apprendimento. L'esempio che Lei ci porta del Po può far pensare anche a questa ipotesi, pur se è elemento troppo vago. Ma un'indagine del genere può essere utile, anche perché, tramite questi tests, si possono avere risposte, anche di altro tipo, rispetto all'apprendimento scolastico. Può fare questa richiesta, tramite la Scuola. Nella Sua mail, non ci parla dei rapporti di Suo figlio con i compagni, né di attività sportive, né della presenza di eventuali fratelli. E, comunque, il problema dell'ansia scolastica, può avere importanza determinante in questo percorso che lei ci delinea. Esattamente come l'ansia dei genitori, pur se comprensibilissima. Quindi anche uno Psicologo, come proprio referente, potrebbe essere molto utile alla Sua famiglia, oltre che al bambino.
Molte cordialità,
Roberto De Pas.

_________________
Dott. Roberto De Pas
    20122 MILANO (MI)
    Via Maddalena
    Tel.02.8052425
    roberto.depas@tiscali.it
http://www.balbuzie.abcsalute.it
 
trudon
Utente di ABCsalute.it
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WB701 ha scritto:
Il mio consiglio: stabilire se Suo figlio presenta un DSA, Disturbo Specifico di Apprendimento. L'esempio che Lei ci porta del Po può far pensare anche a questa ipotesi, pur se è elemento troppo vago.



Per quanto riguarda questo DSA, io e mia moglie non pensavamo potesse esserci questa possibilità, in quanto il bambino quando riesce a concentrarsi gli argomenti scolastici li sa. Infatti, ritornando all'esempio dei nomi dei fiumi, prima mi dice che il fiume che passa dentro Roma è il Tevere, poi mi elenca i fiumi del Lazio frettolosamente includendo il Po, facendoci pensare ad una condizione di distrazione, non al fatto di non essere riuscito ad apprendere l'argomento. Per quanto riguarda i fratelli, noi abbiamo anche un ragazzo di 15 anni, con il quale il bambino ha, credo, un normale rapporto di "gioco e litigio". Dal punto di vista dei rapporti con gli altri bambini, lui è molto aperto, ed ha molte "conoscenze", sia tra i bimbi della sua età, che tra i bimbi più piccoli e più grandi. Quello che abbiamo notato è che lui cerca di imitare molto i ragazzi "grandi" come suo fratello e anche di più, infatti è già abbastanza complicato scegliergli i vestiti da indossare, come se fosse già un adolescente.
 
Dott.ssa Ornella Convertino
Studio Convertino&Pellegrini

GRF002
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Gentilissimo,
percepisco nelle sue parole molta preoccupazione ed apprensione, e mi chiedo quanto davvero questa difficoltà stia creando tensioni nel clima familiare in casa. Da ciò che racconta non sembra che suo figlio presenti un disturbo particolare dell’apprendimento dato che, a seconda dei contesti e delle situazioni, mostra di riuscire a memorizzare e imparare le lezioni scolastiche. Sarebbe importante capire come il piccolo si trovi a scuola: sente di essere integrato nella sua classe? Come si trova con i compagni e le maestre? Come vive l’ultimo anno delle scuole elementari e l’attesa del cambiamento? Da ciò che racconta poi sembra esserci una difficoltà a “tenere insieme” i due ambiti di vita, scuola e famiglia, con un atteggiamento coerente, quasi facesse fatica ad integrare diverse parti di sé e sentisse il peso delle aspettative familiari che, più o meno consciamente, gli sono state trasmesse. Il suo scusarsi per gli errori può portare con sé vergogna e frustrazione, perciò da un lato è importante cercare di alleggerire il clima per evitare che queste sensazioni divengano più forti, e dall’altro capire il motivo della sua distrazione in aula. Sarebbe utile infine parlare con gli insegnanti, per trovare delle modalità più coinvolgenti per attirare l’attenzione dei bambini, e renderli più partecipi alle lezioni, chiedendo per prima cosa a vostro figlio quali difficoltà incontra nel seguire in classe, e di cosa avrebbe bisogno per andare meglio.

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Dott.ssa Ornella Convertino
Studio Convertino&Pellegrini

    20900 Monza
    Corso Milano 30
    Tel.039. 2301179
    convertino.ornella@libero.it
http://www.psicologia-convertino.abcsalute.it
 
trudon
Utente di ABCsalute.it
Messaggi: 3
GRF002 ha scritto:
Gentilissimo,
percepisco nelle sue parole molta preoccupazione ed apprensione, e mi chiedo quanto davvero questa difficoltà stia creando tensioni nel clima familiare in casa. Da ciò che racconta non sembra che suo figlio presenti un disturbo particolare dell’apprendimento dato che, a seconda dei contesti e delle situazioni, mostra di riuscire a memorizzare e imparare le lezioni scolastiche. Sarebbe importante capire come il piccolo si trovi a scuola: sente di essere integrato nella sua classe? Come si trova con i compagni e le maestre? Come vive l’ultimo anno delle scuole elementari e l’attesa del cambiamento? Da ciò che racconta poi sembra esserci una difficoltà a “tenere insieme” i due ambiti di vita, scuola e famiglia, con un atteggiamento coerente, quasi facesse fatica ad integrare diverse parti di sé e sentisse il peso delle aspettative familiari che, più o meno consciamente, gli sono state trasmesse. Il suo scusarsi per gli errori può portare con sé vergogna e frustrazione, perciò da un lato è importante cercare di alleggerire il clima per evitare che queste sensazioni divengano più forti, e dall’altro capire il motivo della sua distrazione in aula. Sarebbe utile infine parlare con gli insegnanti, per trovare delle modalità più coinvolgenti per attirare l’attenzione dei bambini, e renderli più partecipi alle lezioni, chiedendo per prima cosa a vostro figlio quali difficoltà incontra nel seguire in classe, e di cosa avrebbe bisogno per andare meglio.


A detta delle insegnanti, ed anche da quello che ci racconta della sua vita scolastica, sembra che non abbia problemi con i compagni di classe. Come ha ribadito lei, non sembra che mio figlio abbia dei disturbi dell’apprendimento, visto che a seconda se gli va o no (a seconda se è tranquillo o meno) riesce a imparare le lezioni. Le maestre ci dicono solamente che spesso è distratto, non che è maleducato o altro. Alcune ci hanno detto anche che se viene interrogato a volte fa scena muta e si agita, anche se noi sappiamo bene che la lezione la sa, e chiede di poter andare al bagno.
 
Dott.ssa Chiara Lukacs Arroyo
WB1147
Medico di ABCsalute.it
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Gentile, nel caso da lei portato le consiglio come primo passo accertarsi sulla presenza di un Disturbo Specifico di Apprendimento (DSA) ottenibile tramite somministrazione di test, e nel caso in cui sia diagnosticato, trattabile con adeguato intervento terapeutico. Un consiglio per lei e sua moglie è di non aggravare il nervosismo del bambino con la preoccupazione sua e di sua moglie riguardo le sue prestazioni scolastiche, seppure a fin di bene. Il clima familiare ne risentirebbe e non farebbe che apportare più ansia a suo figlio. È comprensibile che suo figlio possa aver vissuto con sofferenza i primi due anni della scuola: la scuola elementare rappresenta un ambiente estraneo che viene improvvisamente imposto. Spesso i genitori tendono a dare per scontato il pasaggio dall'asilo alle elementari, si tratta invece di una transione delicata, soprattutto in rapporto alla capacità di separazione che il bambino ha potuto sviluppare. Non trascurerei dunque il ricordo delle precedenti esperienze in cui il bambino piangeva per dover andare a scuola. Un professionista psicologo di riferimento potrebbe essere di aiuto non solo al bambino, ma anche alla famiglia, in quanto è necessario lavorare tutti insieme al miglioramento e alla risoluzione di una situazione che coinvolge il bambino. I sintomi di un disagio infantile possono essere dei segnali da ascoltare, ma anche delle opportunità per una accresciuta consapevolezza e un conquistato benessere familiare. Spesso l'ambiente familiare può essere saturo di aspettative anche inconsciamente trasmesse, e la scuola può rappresentare il luogo primario a cui si associano le ansie e le apprensioni inerenti all'affacciarsi al mondo e all'interagire con esso. La componente emotiva riveste una portata notevole nell'ambito dell'apprendimento e nella distrazione, nel pensare ad altro, e nello sbagliare il nome di un fiume può esserci un reale bisogno che chiede di essere comunicato e riconosciuto.

_________________
Dott.ssa Chiara Lukacs Arroyo
    58100 GROSSETO (GR)
    Via Repubblica Dominicana, interno 98
    c/o Centro Commerciale Europa - zona La Cittadella
    3317532500
    dott@arroyopsico.it
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