metereopatia

Gentile Dott., vorrei sapere se i miei umori neri e “depressivi” possono davvero dipendere dallo stato metereologico. Per esempio quando piove e fa freddo non ho nessuna voglia di uscire, né di andare al lavoro, mi sento spossata e accuso sempre un leggero mal di testa (forse dovuto all’umidità che c’è nell’aria?), mentre se c’è il sole e non fa freddo, in me si spigiona una forza vitale che mi spinge a fare tante cose (passeggiate in campagna o al mare, vado al lavoro con uno spirito allegro, mi piace vestirmi bene curare i dettagli e curami…). C’è qualcosa in me che non va? Specifico che vivo al sud, in una città della costa ionica e che le brutte giornate, rispetto al nord sono limitate nell’arco dell’anno. Mi pongo inoltre un altro problema: se domani, per motivi di lavoro dovessi trasferirmi nel settentrione, come potrei continuare a vivere?

Gentile utente,
la sua domanda ha dei tratti cosi' evidenti di attribuzione esterna che merita una risposta congrua.
La posso consolare dicendole che sono in tanti a credere di essere influenzati, in maniera potente, dal clima.
Dìaltronde sono in pochi a trovare gradevole una giornata piovosa e irritante una giornata di sole.
Detto questo, mi pare quasi caricaturale la dimensione di preoccupazione che le evoca il problema "clima".
Come abbandonare il Sud per spostarsi nel piovoso e freddo Nord...
Le dico questo in tono ironico e non sarcastico, perchè risulta evidente quanto lei invochi elementi esterni per giustificare le sue emozioni interne. Saremmo ben poca cosa se tutto si riducesse al "clima". A meno che Lei non provi ad ipotizzare che esiste l'inconscio, e che il clima a cui si riferisce sia un sentire interno che cerca di non pensare. Forse l'idea di andare in "terra straniera" al Nord è come vivere un distacco che Lei sente non voler attraversare.
E' ovviamente un'ipotesi abbozzata, ma la sua email è molto utile ed esemplificativa delle resistenze che l'essere umano compie rispetto alla possibilità di attribuzione interna dei propri stati emotivi.
Talvolta è il clima, talvolta un presunto difetto fisico, talvolta il cane che ha morso quando si aveva cinque anni. Tutto tranne che prendersi carico della propria esistenza.
Ma se la vita è, come diceva un noto scrittore quello che uno se ne fa delle proprie esperienze, di come le utilizza, allora forse c'è speranza di crescita.
Cordiali saluti,

Dr. Marco Ventola
Psicologo, Psicoterapeuta,
con studio a Roma
www.marcoventola.it

la ringrazio per la sua risposta cosi tempestiva e soprattutto comprensibile! davvero gentile.. cercherò di approfondire questo argomento!!