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Simonetta
Utente di ABCsalute.it
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Egregi medici, vorrei sapere come comportarmi con la mia capo-ufficio: lavoro in una piccola impresa che si occupa del terziario in provincia di Roma, sono impiegata qui da ormai tre anni ma da quando il “capo” è diventato la donna che prima affiancavo e che sembrava essere mia amica, per me non c’è stata più pace … lei ha cambiato il suo atteggiamento nei miei confronti, sono mesi che continua a trattarmi in modo diverso, quasi sprezzante, da come tratta gli altri due colleghi (maschi), mi dà colpe che non ho, mi ordina sempre di fare i lavori più delicati, difficoltosi e impegnativi (magari 5 minuti prima che io debba andare via), se mi concedo una piccola pausa (caffè-sigaretta) mi guarda in cagnesco e allude alla mia persona con battutine ironiche poco divertenti ed eleganti (cosa che riguardano il mio abbigliamento, il mio colore e taglio di capelli, la mia famiglia, le mie vacanza, ecc)… sono stufa di recarmi al lavoro e vivere in un ambiente che mi sembra ostile ma non so cosa fare … i colleghi pur rendendosene conto non fanno nulla, ognuno pensa per sé, non posso denunciarla per mobbing (perderei il lavoro e non posso permettermelo), non posso rivolgermi male a lei facendole anch’io battutine (ci sarebbero sicuramente ritorsioni). Cosa devo fare? parlarne con il titolare? Ma lui è un suo intimo amico … (penso che in passato siano stati anche troppo “intimi” … almeno per ciò che si dice) vorrei un consiglio. Grazie
 
Dott.ssa Daniela Benedetto
WB656
Medico di ABCsalute.it
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Messaggi: 22
Gentile sig.ra purtroppo questa situazione è diventata frequente. Si tratta di una modalità utilizzata dalle Aziende che di fatto devono ridurre il proprio personale per mettere a disagio i propri impiegati e portarli verso l'esasperazione, vessandoli, isolandoli, mettendo i colleghi l'uno contro l'altro fino ad incidere sulla salute psichica e relazionale delle persone . Il tutto al fine di indurre i destinatari di questo trattamento a licenziarsi.
Le consiglio di vedere, se già non l'ha fatto, il film di Comencini "Mi piace lavorare"(Mobbing) che ripropone fedelmente casi di questo tipo.
E' ovviamente un reato e come tale va gestito, senza paura. Intanto può recarsi alla Asl di appartenenza per aprire un dossier in merito a questi fatti legato ad accertare lo stato di salute fisica e psichica (eventuale insonnia, depressione reattiva, nausea, giramenti di testa, pensieri di svalutazione di sè, ipertensione, disturbi metabolici...). Già questo sarà un processo un pò lunghino perchè dovranno essere fatti vari accertamenti.
Raccolga mail, orari, più fatti e testimonianze cartacee possibili.
Si guardi intorno per comprendere se c'è qualche notizia di riduzione di personale e se altri colleghi sono nelle sue condizioni.
Si prepari eventualmente per verificare se possibile trovare un altro lavoro ecc...
Quando si sentirà più sicura di ciò che ha in mano proceda con una causa di mobbing facendosi indicare dalla stessa ASL o dall'Avvocato di fiducia un legale che segua al meglio queste procedure.
Questa la procedura, queste le informazioni sul Mobbing.
Sicuramente avrà già provato a parlare con la Responsabile e a confrontarsi direttamente rispetto al suo comportamento e a eventuali problemi. Infatti come prima cosa io chiederei alla collega se ci sono problemi.
In secondo luogo, se la cosa persiste passerei alle mail. Nel senso che le eventuali richieste in merito a problematiche relative al lavoro, relazioni, orari e rimproveri devono essere riportate in e-mail e, le risposte comunque a contestazioni orali da parte del capo, devono essere scritte facendo riferimento al rimprovero (ancorchè orale)....
Ci tenga aggiornati
Un caro saluto
dr.ssa Daniela Benedetto (psicologa e psicoterapeuta Roma)

_________________
Dott.ssa Daniela Benedetto
    00151 ROMA (ROMA)
    V.le Isacco Newton, 71
    06.65744507
    info@danielabenedetto.it
http://www.drdanielabenedetto.abcsalute.it
 
Dott. Vincenzo Policreti
WB207
Medico di ABCsalute.it
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Facile indignarsi; ma in concreto che può fare?
Vediamo come funziona: il capo di fatto persegue tre obiettivi. 1 - Affermare il proprio potere su di Lei. 2 - Conseguentemente, godere del Suo disagio. 3 - Una volta lanciato il sasso, restare fuori dal problema: il fegato che si rode, è il Suo.
Occorre quindi lavorare su queste direttrici. In particolare: 1 - Contrastare direttamente il potere di chi ne ha più di noi, è follia. Occorre invece che Lei, molte, ma molte volte al giorno, vada a consultare il Suo capo, chiedendo consiglio per le cose più minute, premettendo ogni volta: "Lei ci tiene che le cose siano fatte bene, quindi per favore, mi dica..." oppure:"Lei che è più brava di me, mi consigli...". 2 - Si guardi bene dal far capire che le battutine, le allusioni ecc. La infastidiscono. Deve fare proprio il contrario: ogni volta che c'è un'allusione di qualsiasi genere, faccia domande e domande su come invece dovrebbe vesttirsi, pettinarsi ecc; ma chieda dettagli, spiegazioni, consigli, sempre con aria di chi è ben felice di avere finalmente trovato una persona così in gamba e che dà consigli (e critiche) così puntuali. Il capo si stramaledirà di avere fatto quell'accenno, ma non potrà offendersi, perché Lei avrà messo tutto sul piano della gratitudine e dell'ammirazione. 3 - Con questi mezzi la sua persecutrice, una volta lanciato il sasso non potrà più ritirare la mano e la cosa per lei sarà assai meno divertente.
Questa strategia, da me consigliasta sempre in casi come il Suo ha dato invariabilmente ottimi risultati; il persecutore infatti, non si diverte più (anzi), si stufa e smette
Naturalmente cinque minuti prima dell'uscita dirà che "stasera" uscire dall'ufficio La angoscia e chiederà con insistenza qualcosa da fare (qui Le si chiede un sacrificio, ma il gioco vale la candela) e altrettanto naturalmente tratterrà il capo, quando sta per uscire, per avere minuti consigli e istruzioni, come detto sopra.
Non dimentichi MAI di ringraziare per ogni angheria che subisce: grazie per insegnarmi come devo lavorare, come mi devo veastire, come mi devo comportare. Una formula vincente è: "Io sbaglio sempre, mentre lei è sempre così (brava, elegante, ordinata, signorile....) quale presupposto dell'immane rottura di scatole che Lei costituirà per il capo, senza tuttavia che questa possa mai rimproverarglielo: che c'è di meglio che avere un'impiegata umile, obbediente e rispettosa come Lei?
Un'ultimo consiglio: una volta fatta a pezzi il capo con le sue stesse armi, perché non si cerca un altro impiego?

_________________
Dott. Vincenzo Policreti
    05100 TERNI (TR)
    Via Garibaldi
    Tel.0744400475
    policreti@libero.it
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Associazione Le Ali di Icaro
VP175
Medico di ABCsalute.it
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Gentile sig.ra,
Sentendosi continuamente criticata e svalutata è facile che una persona perda la propria sicurezza, la propria autostima, iniziando a dubitare anche della propria competenza. Il continuo rimuginare su ciò che è accaduto provoca un aumento degli errori in una spirale che può sembrare senza uscita. Difendersi dal mobbing è possibile identificando subito la situazione e cercando di prendere subito le distanze senza cadere nella trappola dei sensi di colpa. Occorre trovare il coraggio di parlarne per ritrovare il proprio equilibrio psicologico, recuperare energie e informarsi per elaborare una possibile strategia d’azione. è importante che lei non perda la calma di fronte ai tentativi di "violenza psicologica". Allo stesso tempo dimostrare al suo capo che non è disposta più ad accettare soprusi. Quindi parlarne, in modo informale, con il capo almeno in un primo tempo - al fine di tentare un chiarimento o di informare; è importante non essere impulsive e aggressive. Cordiali saluti
Dott.ssa Antonella Ciardo

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