Mi chiamo Fabio, ho 35 anni. Sono omosessuale da sempre, da quando ho memoria. Da bambino ho avuto una pubertà precoce, iniziata all’età di 5 anni non trattata farmacologicamente. Di conseguenza ho avuto un arresto di crescita a 10 anni e sono alto 164 cm…molto meno di mio padre e mio fratello (180, 186 cm). Credo...di aver serenamente accettato dopo anni la mia situazione, e ho letto molto sull’argomento. La domanda che volevo porvi è: esiste un legame tra pubertà precoce e omosessualità? Da quel che ne so Freud ipotizzava che l’omosessualità fosse dovuta ad un blocco del complesso di Edipo… che credo stessi vivendo a quella età. So che Freud non gode di molto credito sull’omosessualità ma…effettivamente ricordo di essermi “innamorato” di mio padre, volevo sempre averlo vicino, essere abbracciato… ma lui non c’era mai per lavoro e mia madre era ansiosa per la mia situazione e depressa per fatti suoi… può esserci un legame? Inoltre non accetto il mio corpo. Il fatto di essere così basso mi crea disagio con le persone e con i ragazzi. Sono depresso per questo e sovrappeso. Ho un buon lavoro e buoni amici. So che fino a quando non mi accetterò del tutto non sarò mai felice. C’è qualcuno che possa aiutarmi a capire cosa mi è successo all’età di 5 anni? Grazie
Dott.ssa Chiara Lukacs Arroyo
WB1147 Medico di ABCsalute.it
Messaggi: 12
Gentile Fabio, il tuo vissuto riguardo l'omosessualità sembra essere turbato dall'accaduto della tua pubertà precoce e dalla ricerca di una causa. Documentarsi sulle letture di Freud sull'argomento può essere certamente interessante, ma la lettura saggistica è differente dal confrontarsi con la propria interiorità. Freud può essere invece utile se può servire a renderti consapevole del tuo innamoramento per tuo padre, e del tuo desiderio di affettività. Allo stesso modo, ricercare i legami causa tra la tua pubertà precoce e la tua omosessualità può essere un punto di partenza verso un percorso orientato alla comprensione della tua situazione presente, del rapporto di disagio con il tuo corpo, poiché spesso risalire alla causa avvenuta nel passato ha un significato solo se riportata alla situazione presente. Se la tua intenzione è cercare di capire, di ripercorrere gli eventi della tua vita che possono essere stati determinanti, in modo da porre le basi per un nuovo inizio, ciò richiede un tuo personale percorso interiore. Mi occupo di omosessualità da anni, e spesso i pazienti che condividono il tuo vissuto si pongono mille domande volte alla scoperta di cause-effetto che possano spiegare la loro omosessualità. Su questo voglio tranquillizzarti col dirti che da Freud si sono fatti molti passi avanti sull'argomento e che ad oggi l'omosessualità intesa come desiderio e di conseguenza scelta di intimità con un partner dello stesso sesso non costituisce assolutamente, clinicamente parlando, una malattia. È invece diverso il caso di un'omosessualità non accettata, vissuta con disagio, senzo di vergogna o di colpa. Spesso non accettare il proprio corpo è un segnale che rivela un bisogno, e ti invito a non trascurarne l'importanza. È comprensibile che tu abbia bisogno di accettarti, ma ti lancio una riflessione sulla necessità di accettare qualcosa che non si può cambiare; dunque bisognerebbe conoscerti meglio per capire cosa invece puoi cambiare, anzichè rassegnarti ad accettare una percezione di inferiorità. Ti suggerisco dunque questo tipo di prospettiva, di conoscenza di te stesso, attraverso i ricordi della tua infanzia e i vissuti del tuo presente, verso una riconquistata serenità in merito alla tua vita, in tutti i suoi aspetti, dall'orientamento sessuale al rapporto con te stesso.
_________________ Dott.ssa Chiara Lukacs Arroyo
58100 GROSSETO (GR)
Via Repubblica Dominicana, interno 98
c/o Centro Commerciale Europa - zona La Cittadella
Centro Clinico di Psicoterapia e Psichiatria Andrea Verga
WB965 Medico di ABCsalute.it
Messaggi: 4
Gentile Fabio Dal suo racconto sembra emergere che la ragione delle tua attuale “depressione”, alla quale riconduce il suo essere sovrappeso, non sia tanto la sua omosessualità, bensì il fatto che non accetti il suo corpo. In specifico il fatto di essere basso le crea disagio con le persone e con i ragazzi . Sempre che sia l’omosessualità la situazione che ha “accettato dopo anni”, dal momento che non sembra abbia accettato il fatto di essere basso. Se queste considerazioni hanno un senso, il tema dei nessi causali può essere molto intrigante per la comunità scientifica e, non da meno, per lei. Dubito, tuttavia, che possa aiutarla molto nel presente. La questione, infine, è, come sempre, quale forma di pensiero mi può aiutare a vivere il mio corpo e il mio mondo. Cosa che non è scritta in nessun passato, essendo una traduzione del passato nel futuro. Credo che il suo sguardo debba essere volto ad un inizio di storia, piuttosto che a una penosa rievocazione di eventi e di interpretazione di eventi lontani, separati dal presente.
Dott.ssa Ornella Convertino Studio Convertino&Pellegrini
GRF002 Medico di ABCsalute.it
Messaggi: 48
Gentile Fabio, dalle sue parole si comprendono la sua voglia e capacità di elaborazione unite ad una certa consapevolezza, frutto di riflessioni ed interrogativi sul suo mondo interno e il suo funzionamento.
La ricerca e l’interesse che la spingono a documentarsi sulla letteratura psicologica, in cerca di spunti di comprensione, sono sicuramente aspetti validi e importanti, ma credo la cosa più utile in questo momento sia quella di affidarsi ad un esperto psicologo-psicoterapeuta che possa accompagnarla ed aiutarla a riconoscere e prendere in mano certe emozioni e vissuti, del passato e del presente, in modo da sciogliere alcuni nodi problematici e poter vivere con maggiore tranquillità la sua situazione attuale. Probabilmente la sua infanzia ha portato con sé vissuti di inferiorità nei confronti di suo padre e suo fratello, che, in relazione alla pubertà precoce e il fattore statura, vedeva come emblemi della figura di uomo forte e sicuro, percependo invece se stesso come debole e fragile. Questo l’ha così portata a non riuscire ad accettare il suo corpo e a trascurarlo, arrivando al sovrappeso e alla frustrazione ed insoddisfazione per la sua immagine e ciò che può rappresentare. Affrontare l’insieme di questi vissuti in un percorso di psicoterapia potrà aiutarla ad elaborare con maggiore consapevolezza alcune dinamiche individuali e familiari, a rinnovare la sua percezione di sé e dei rapporti e a rinforzare la propria autostima, così da poter ritrovare la serenità e la fiducia nel suo presente.
Dr,ssa Ornella Convertino
_________________ Dott.ssa Ornella Convertino Studio Convertino&Pellegrini
Aggiornato al 20/03/2017 - Il sito si finanzia con gli abbonamenti dei medici inserzionisti e non riceve finanziamenti dalla pubblicità o dalla visualizzazione di contenuti commerciali. Il contenuto editoriale del sito non è influenzato dalle fonti di finanziamento.