Buongiorno, sono una donna di 33 anni, felicemente sposata da due e sono al mio quarto mese di gravidanza che procede bene, anche se il mutamento fisico che sto avendo è spaventoso; il problema è mio, quanto di mio marito… non sappiamo se siamo pronti a poter sopportare psicologicamente l’arrivo di un bambino. Io e mio marito siamo stati fidanzati per nove anni e la nostra vita è sempre stata scandita da amici, cene, vacanze, insomma, divertimenti. Ora ci rendiamo conto che sebbene il bambino non sia ancora nato, abbiamo dovuto cominciare a rinunciare a tante cose (per esempio io alla sera, non ho voglia, anzi non ce la faccio ad uscire e mio marito non mi lascia sola, rinunciando al suo svago dopo il lavoro). La mia famiglia ha anche notato che man mano che passano i mesi, divento sempre più scontrosa, “acida” e mi arrabbio per sciocchezze, ho paura che questo non possa far bene al nascituro, ma non so autocontrollarmi. Penso che noi non siamo pronti per diventare genitori e che tanti impegni economici e morali possano soffocare la nostra personalità e sconvolgere le nostre vite fino ad ora felici e spensierate. Ad essere sinceri, abbiamo deciso di avere un bambino, perché pensiamo che i bambini debbano avere genitori giovani e non anziani come i nonni, ma adesso abbiamo tanta paura di rinunciare alla vita a cui eravamo abituati. Cosa dobbiamo fare? È il caso di rivolgerci a uno specialista per una terapia che ci possa in qualche modo “preparare” al nostro futuro stile di vita che dovremo comunque affrontare? Grazie.
Dott.ssa Daniela Benedetto
WB656 Medico di ABCsalute.it
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Gentile Signora, ormai sarà al settimo mese di gravidanza e spero si sia tranquillizzata. A me sembra che il salto a cui lei debba far fronte sia quello da una vita spensierata di "bambina" ad una vita altrettanto bella e entusiasmante che è quella di "donna" e "madre". Non sono sicura che suo marito abbia gli stessi problemi. Mi sembra che lei sia spaventata di perdere tutto ciò che fino ad ora ha vissuto compreso il buon rapporto di coppia vivendo altre dimensioni quali la gravidanza e l'essere madre come dimensioni senza vita, senza spessore, senza gioia e innovazione. Tutt'altro. Ci saranno anche responsabilità ma anche la gioia di ritornare bambini e giocare con il proprio piccolo, andare alle giostre con lui, uscire con gli amici che avranno altri pupi, fare gite, stare serenamente a casa a rotolarsi sui tappeti o leggere insieme anche al papà qualche bella favola. A volte confrontarci con parti di noi sconosciute ci fa paura, compreso il nostro corpo che si trasforma. Ma anche il corpo è capace di trasformarsi e di tornare come prima, si adatta, muta a seconda delle circostanze senza che noi perdiamo la nostra identità. Certamente sarebbero utili alcuni colloqui di coppia per mettere a punto le dinamiche che, la gravidanza prima e la genitorialità dopo stanno facendo emergere. Se siete di Roma non esitate a contattarmi Un cordiale saluto
Dott. Sergio Sabatini
WB923 Medico di ABCsalute.it
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Buongiorno gentile signora, ritengo che vista l'età da Lei dichiarata e la presunta età corrispondente di suo marito sia nella norma provare un certo sgomento nel comprendere che il percorso che si sta affrontando cambierà molto la vita. Le rinunce che la genitorialità comportano potranno essere bilanciate dalla soddisfazione nel veder crescere il proprio figlio/a. Certo bisognerà condividere gli sforzi nella consapevolezza che i genitori sono entrambi importanti e che ognuno dovrà svolgere la sua parte. Oltre a ciò che potrà mancare, soprattutto agli inizi, ci sarà anche il senso di unione che potrà essere rinforzato. Dunque se il problema è focalizzato sulla naturale preoccupazione per il cambiamento non ritengo vi siano specifici approfondimenti da effettuare. Se invece dovessero sorgere dilemmi sull'altro rimasti sotto traccia o su noi stessi, allora potrebbe essere il caso di approfondire tramite un consulto volto ad evidenziare la reale portata del problema.
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