salve, mi chiamo Lucia sono una ragazza di 24 anni, avrei bisognio di info per come gestire un problema familiare. Il problema riguarda mio padre che è alcolista e non vuole assolutamente cambiare!! La mia famiglia è composta da mia madre, mio padre, mio fratello (che abita in un'altra casa) ed io; noi non comunichiamo molto. Mio padre beve a mio parere molto...!! Si beve minimo una bottiglia di vino al giorno tra pranzo e cena (questo è quello che vediamo in casa), poi sicuramente beve anche in garage e in casa di mia nonna (che è morta la scorsa estate); prbabilmente si ferma anche a qualche bar (questo lo so perchè mi è stato detto).Lui è una persona di statura grossa quindi credo che riesca a reggere un buon quantitativo di alcol (oltretutto penso che ormai ci sia abituato!)e ad aggiungere il tutto è anche invalido ha problemi a camminare e non sente bene fin da bambino. Ci sono dei periodi che sta.. "bene", nel senzo che non si mette a fare sfuriate assurde e sembra apparentemente felice; poi invece ci sono momenti in cui quando è particolarmente arrabbiato, beve ancora di più e a sua volta si comporta come un pazzo, rompe gli oggetti di casa urla conto di noi dicendoci di andare via da questa casa perchè non è nostra. Lui è arrabbiato con noi per vara problemi, ora sicuramente non siamo santi abbiamo anche noi le nostre colpe nei suoi confronti, ma lui on può comunque trattarci così male!! Sia mia madre che mio fratello che io non siamo persone forti di caratte (infatti per me non è facile parlarne),quindi abbiamo sempre cercato di sopportare la situazione, l'unico è mio fratello cha appena ne avuto l'occasione se nè andato via di casa, cosa che vorremmo fare anche io e mia mdre, ma non è facile perchè comunque staremo male anche lontano da lui.
ho cercato di riassumere il tutto spero che abbiate capito la situazione cosa posso fare per risolvere questa situazione?
Dott.ssa Carmela Bosco
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Cara Lucia, non è facile aiutare chi non vuole essere aiutato e convincere qualcuno che si ama a chiedere aiuto. Mi sembra il caso di tuo padre, che piuttosto che riconoscere di avere un problema che fa soffrire se stesso e la sua famiglia, tende a caricare voi di responsabilità e colpe che non avete, esercitando un potere esclusivo sulle vostre vite. Oltretutto, inveire contro di voi, rompere gli oggetti, forse anche alzare le mani, aumenta la sofferenza e la sensazione d'impotenza tua e di tua madre. Forse, se lui, non è in grado di prendere una decisione, dovreste farlo voi, e cominciare a pensare a nuove alternative di vita. Non è facile, ma è una possibilità che dovreste considerare, tu e mamma, insieme, ma anche separatamente. Ti consiglio di rivolgerti ad un centro antiviolenza, e cominciare, insieme ad una professionista di "maltrattamenti in famiglia" a riflettere sulle conseguenze che questa condizione d'impotenza e sofferenza hanno sulla tua vita, e a trovare pian piano nuove soluzioni, che adesso non puoi vedere. puoi telefonare al numero gratuito 1522, che t'indicherà il centro più vicino. In Bocca al lupo cara Lucia
Dott.ssa Daniela Benedetto
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Gentile Lucia come lei stessa ci dice papà è da tempo "legato" al problema del bere e l'impotenza dei familiari a fronte di qualcuno che non si prende carico dei propri "limiti" è davvero insostenibile. Non a caso è riuscita ora a parlarne. Ha 24 anni ed è ormai ora di uscire da casa. Mi chiedo quanto sia condizionata dalla preoccupazione di lasciare sola la mamma in questa situazione ma non è rimanendo in casa con lei che risolvete il problema. Anche la mamma sarà libera di rivedere i propri equilibri, quando se la sentirà. A me sembra che ci sia una condizione "bloccante" in tutto il sistema famiglia (escluso il fratello che se ne è andato). Potrebbe diventare un circolo vizioso il fatto di rimanere invischiati intorno al cambiamento di qualcuno che non "vede" e non "sente" il problema. Un caro saluto dr.ssa Daniela Benedetto Psicologa e Psicoterapeuta Roma tel.3396306112 www.danielabenedetto.it
grazie mille per il vostro aiuto, ho decisamente molto su cui riflettere ma soprattutto.. agire grazie
Centro Psicologia e Cambiamento
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Cara Lucia, quella che lei descrive è una situazione familiare che faticosamente, con tutte le storture e le invenzioni del caso ha trovato il modo di andare avanti per molti anni. Capisco la difficoltà a staccarsi dal papà che, pur disturbato dalla dipendenza dall'alcool e chissà che altro, è comunque una persona a cui lei e la mamma in maniera differente volete bene. Mi chiedo: volete bene a lui o più che a lui al legame, alla consuetudine che vi ha permesso pur con tante difficoltà di andare avanti ed arginare il peggio? Io non posso dare risposta, posso commentare dicendo che a volte, in mancanza di risorse sufficienti per agire il cambiamento, transitoriamente, se ne attivano altre in attesa che le altre maturino. E' chiaro che nessuno può costringere qualcun altro a ricevere cure che non desideri, salvo che non ci sia un'imposizione da parte di un'autorità legale. Ma non è il vostro caso. Forse lei saprà che esistono i gruppi di auto-mutuo-aiuto per alcoolisti anonmi e, importantissimo, per i loro familiari. Potreste andare voi, in quanto conviventi, agli incontri e poi raccontargli e comunque prendere ispirazione da ciò che al gruppo i partecipanti racconteranno delle loro incapacità e, di come hanno fatto a decidere di chiedere aiuto, così da generare nel vostro sistema (almeno per cominciare) qualche benefica perturbazione. Un caro saluto dott.ssa Pasqua Teora - Centro Psicologia e Cambiamento- Bergamo - http://www.Psicologiaecambiamento.com
Dott. Sergio Sabatini
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Gentile Lucia, la situazione che descrive è una rappresentazione di una famiglia con un membro, suo padre, dipendente dall'alcool. In questi casi avviene che i familiari siano coinvolti pesantemente nelle sofferenze della persona dipendente che mette in atto comportanmenti inadeguati, spesso aggressivi. E' comprensenbile che suo fratello si sia allontanato e che Lei e sua madre deisideriate farlo a vostra volta. Immagino che sappia che esistono, sul territorio, strutture ASL che si occupano delle dipendenze incluse quelle da alcool e che vi sono gruppi di autoaiuto denominati alcolisti anonimi che rappresentano un importantre aiuto per tutti coloro che manifestano dipendenze da alcool. Bisogna che Lei, aiutata da sua madre, faccia il primo passo e prenda contatto con L'ASL per avviare un programma di cura che, per le caratteristiche del caso, deve prevedere una presa in carico di tutto il nucleo. La risorsa privata può eventulamente integrare il lavoro di presa in carico della stuttura pubblica. Cordialmente.
Dott.ssa Enrica Tavella
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Cara Lucia, quella che descrive è una situazione decisamente difficile e di grande sofferenza. Molto difficile è aiutare chi non vuol essere aiutato e comprendo anche che nella situaizone in cui si trova suo padre è difficile pensare di lasiarlo solo, senza sapere che fine possa fare senza di voi. In questi casi si creano sempre circoli viziosi per cui poi diventa difficile staccarsi e si resta a sopravvivere con dolore. Ci sono servizi della ASL che possono aiutarvi sia a livello pratico che psicologico. Io le consiglierei di prendere contatto e di cercare di lavorare su di lei per avere maggior consapevolezza della sua situazione e riuscire a staccarsi da questa dinamica così dolorosa. Per poter aiutare suo papà lei deve poter stare un pò meglio, quindi inizi con l'aiutare se stessa. Lavorando su di sè si renderà probabilmente conto che molte delle colpe che sente di avere in realtà non sono le sue e che può cercare di essere serena. Deve a se stessa la possibilità di avere una vita, cosa che in questa situazione è molto difficile. In bocca al lupo
Dott.ssa Ornella Convertino Studio Convertino&Pellegrini
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Gentile Lucia, è stata coraggiosa a raccontare la sua storia. Immagino sia molto difficile convivere quotidianamente a stretto contatto con questa realtà, soprattutto quando la persona che vive questo problema è un proprio caro.
Data la complessità e la delicatezza della situazione il problema va affrontato da organizzazioni specializzate come il noa o gli Cat Claub alcolisti intrattamento o Alcolisti anonimi. In parallelo può comunque essere utile fare degli incontri con uno psicologo, che possa aiutare il papà ad affrontare la situazione di dipendenza e rielaborare vissuti o situazioni rimaste irrisolte, e offra a lei e alla mamma un sostegno per gestire al meglio la situazione in casa, aiutando a rompere schemi familiari disadattavi e permettendo l’apertura a nuovi e più positivi equilibri, personali e familiari.
Cordiali saluti, Ornella Convertino
_________________ Dott.ssa Ornella Convertino Studio Convertino&Pellegrini
Dott.ssa Caterina Romagnoli
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Gentile Lucia, comprendo la sua sofferenza, acuita dal fatto che tutta la sua famiglia si sente sola nel dover affrontare questo problema. Credo che il primo passo da fare sia parlarne con il medico di base, comunicandogli lo stato in cui vivete e lo stato psicofisico di suo padre. In aggiunta le consiglio di andare al SERT della sua zona, al fine di parlarne con un professionista che si occupa di dipendenze. In questo modo sicuramente potrà ricevere indicazioni utili per iniziare ad affrontare il problema e un aiuto per lei e per sua madre nell'immediato. L'obiettivo potrebbe essere quello che tramite lei e sua madre, anche suo padre possa giungere a rivolgersi ad un centro per alcoolisti, Mi potrà tenere aggiornata sull'evoluzione dei suoi contatti. Un cordiale saluto dott.ssa Caterina Romagnoli Via del Corso, 28 -00186 Roma tel. 063244275 email: drcaterinaroamgnoli@abcsalute.it
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