Gentili medici, quali stratagemmi posso utilizzare con mio figlio di 12 anni per rafforzare la sua autostima e il suo carattere? È un ragazzo molto timido, silenzioso (non stupido), ma forse troppo educato, per questo motivo gli amici a scuola lo prendono in giro … non vorrei che la situazione in classe degenerasse … con tutte le cose cattive che si sentono … grazie
Dott. Roberto De Pas
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E' difficile indicare metodi astratti per risolvere il problema che Le ci segnala a proposito di Suo figlio. La prima cosa da dire, comunque, riguarda la comunicazione. In senso lato: una disponibilità all'ascolto, alla partecipazione verso il mondo del ragazzo. Lo sport è poi particolarmente utile. Occorre, inoltre, che il mondo degli adulti gli dimostri fiducia, accoglimento e non si mostri protettivo. Mi rendo conto che è tutto molto vago, ma, nello stesso tempo, questi sono elementi imprescindibili. Comunque, dialogando col ragazzo, può iniziare a proporgli delle sedute da uno psicologo. Che, tra l'altro può essere anche un modo per affrontare con lui le tematiche che ci propone. Credo sarebbe utile, perché, sovente, le dinamiche familiari sono a monte della situazione che Lei ci racconta. E con lo psicologo sarebbe possibile vederle e affrontarle, con un valido supporto. Molte cordialità, Dr De Pas
Dott. Sergio Sabatini
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Gentile sig.ra, la timidezza è un fenomeno molto comune all'età di suo figlio. Come è noto la preadolescenza è una fase della vita in cui, spesso, non ci si sente a posto con se stessi e gli altri possono sembrare migliori di noi. Può darsi che suo figlio debba farsi carico del compito, molto gravoso, di trovare una mediazione tra l'essere educato e farsi valere. A volte può risultare difficile essere determinati e allo stesso tempo educati. Può anche darsi che suo figlio stenti a far emergere e apprezzare le sue qualità, forse anche lui non sa quali siano. Bisognerà avere pazienza e come è già stato consigliato fare "iniezioni" di fiducia e al contempo aiutarlo, forse affiancandolo da un tecnico, a imparare a ricoscere le sue positività e a saperle usare al momento opportuno con i suoi coetanei. Sia presente con lui ma eviti di "stargli troppo addosso" perchè tale atteggiamento probabilmente rinforzerebbe il problema.
Dott.ssa Enrica Tavella
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Gentile Signora, comprendo la sua preoccupazione. E' un'età molto delicata quella di suo figlio, età in cui si comincia a formare il carattere, a provare ad essere nel mondo non più come bambini. Credo sia il momento della vita in cui ci si mette alla prova ed è anche un periodo in cui il far parte di un gruppo è molto importante. Penso che il collega abbia ragione suggerendo l'importanza dello sport, magari anche di squadra. Qualcosa che gli piaccia e in cui sia bravo, in modo da trovare il suo posto e sentirsi capace. E' importante che lo ascoltiate e che lo valorizziate quando è il caso, cercando di spiegargli che ognuno di noi ha dei punti di forza e di debolezza. per altro, come lei ben sa, i punti deboli a volte diventano i forti ;-) Anche la scuola è molto importante. Suo figlio ci passa gran parte del suo tempo ed è importante che trovi il suo posto tra i compagni e che venga riconosciuto anche dai professori. se così non fosse, consigliere di provare a pensare ad un periodo di supporto psicologico che aiuti il ragazzo a vedere le cose in modo più sereno. Si può pensare anche ad una terapia familiare, che aiuti anche voi a capire quali sono le cose che lo mettono più in difficoltà e come potete aiutarlo. Questo tipo di terapia permetterebbe anche di non farlo sentire il soggetto da "curare", quello problematico, ma sarebbe un percorso familiare, affrontato insieme, dove ognuno mette sul piatto le sue difficoltà. Cordialmente Dott.ssa Enrica Tavella
Dott.ssa Ornella Convertino Studio Convertino&Pellegrini
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Gentile Egle, la pre-adolescenza è un periodo molto delicato ed importante per lo sviluppo, in cui si ricerca e sperimenta un modo di essere e sentire che sia in armonia con sé stessi e il proprio ambiente di vita. Questo compito evolutivo è difficile soprattutto perché diverse sono le pulsioni e le spinte, che da un lato muovono verso un atteggiamento più “consono” ai modelli genitoriali e dall’altro portano alla ricerca del gruppo e all’omologazione ai coetanei. Sicuramente lo sport o qualche attività verso cui suo figlio mostri passione, possono essere un buon modo per sperimentare in un ambiente diverso delle sue peculiari qualità, ed aiutarlo a rafforzare la sua autostima e la sua immagine di sé. Al tempo stesso il sostegno e l’incoraggiamento da parte di voi genitori, unito ad un invito a raccontare e discutere insieme, se lo desidera, vissuti e sentimenti verso i compagni, le insegnanti e possibili “cotte”, potrebbero aiutarlo a sciogliersi un po’ e capire l’importanza del dialogo e della spontaneità, senza doversi sentire in obbligo di rivestire un ruolo e rispecchiare aspettative genitoriali o dell’ambiente che lo circonda. Sostenerlo in questo momento di ricerca e definizione della sua identità, trasmettendogli il messaggio che lei e suo marito lo apprezzate ed accettate così com’è, anche con emozioni forti o negative, lo aiuterà a sentirsi più sicuro e a poter sperimentare con più serenità ruoli e compiti evolutivi, scoprendo le sue risorse e trovando il suo giusto “posto” nella scuola, in famiglia e nella vita.
Cordiali saluti Dr.ssa Ornella Convertino
_________________ Dott.ssa Ornella Convertino Studio Convertino&Pellegrini
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