L'esofago è un organo muscolare cavo, è quel tratto del tubo digerente compreso tra la faringe e lo stomaco. L’esofago è lungo circa 25 cm e largo circa 3 cm. L'esofago scende in modo quasi rettilineo al davanti della colonna vertebrale, dalla faringe (al livello della sesta vertebra cervicale) alla cavità addominale, dove si continua con lo stomaco. L'esofago è diviso in tre porzioni:
- cervicale,
- toracica,
- e addominale.
Parte cervicale: compresa tra il corpo della 6ª vertebra cervicale e il margine superiore della 2a toracica. Connessa anteriormente con la parete membranosa della trachea sia per mezzo di tessuto connettivo lasso che tramite fasci del muscolo tracheoesofageo. La porzione libera della faccia anteriore dell’esofago contrae rapporti con il lobo sinistro della tiroide, con i muscoli sternoioideo, sternotiroideo e il nervo ricorrente sinistro. La parete posteriore è in rapporto con la fascia cervicale profonda, che separa l'esofago dallo spazio retroesofageo (diretta continuazione dello spazio retrofaringeo), e dalla colonna vertebrale. Lateralmente l'esofago ha rapporto con le arterie carotidi comuni di destra e di sinistra e, solo a destra, con il nervo ricorrente destro.
Parte toracica: si estende nel mediastino posteriore dalla seconda vertebra toracica fino al muscolo diaframma, l'incrocio con il bronco sinistro divide la porzione toracica in due tratti: tratto epibronchiale e tratto ipobronchiale.
Parte addominale: anteriormente è in rapporto con la faccia posteriore del lobo sinistro del fegato, posteriormente è in rapporto con l’aorta addominale ed i pilastri mediali del muscolo diaframma. A destra è in rapporto con il lobo caudato del fegato e a sinistra con il fondo dello stomaco. Il calibro dell'esofago non è uniforme, esso presenta una serie di restringimenti dovuti alla compressione esercitata dalle strutture circostanti: la cartilagine cricoide, l’arco dell’aorta, il bronco sinistro il diaframma.
Vascolarizzazione Arterie: la parte cervicale dell'esofago è vascolarizzata dai rami esofagei dell'arteria tiroidea inferiore sinistra e destra. La parte toracica è vascolarizzata dai rami bronchiali dell'aorta toracica, e dai rami esofagei dell'aorta. La parte diaframmatica e addominale è vascolarizzata da rami esofagei dell'arteria gastrica sinistra e frenica sinistra, che attraversano il diaframma e si portano anteriormente all'esofago.
Vene: il sangue venoso refluo è drenato per la maggior parte dalle vene esofagee, che confluiscono nella vena azygos (che decorre verticalmente a destra lungo l'esofago) o nella vena emiazygos (parallela alla azygos ma a sinistra). Le vene della parte cervicale dell'esofago confluiscono nella vena tiroidea inferiore, quelle della parte addominale confluiscono nella vena gastrica sinistra a livello dell'apertura esofagea inferiore.
Vasi Linfatici: drenano ai linfonodi cervicali profondi, paratracheali, mediastinici posteriori e gastrici superiori.
Innervazione: l'esofago è innervato dal nervo vago e dal nervo dal ricorrente, dall’ortosimpatico.
Le pareti dell’esofago, come quelle di tutto il canale digerente sono formate da 4 strati, o tonache, sovrapposte:
- tonaca mucosa,
- tonaca sottomucosa,
- tonaca muscolare,
- e tonaca avventizia.
La mucosa esofagea è uno strato spesso, di colore grigio-rosato, con un di epitelio pavimentoso stratificato, lo strato muscolare presenta fibre muscolari striate nel terzo superiore e fibre muscolari lisce in basso, oltre allo strato avventiziale di tessuto connettivo più esterno. La funzione dell'esofago è quello di portare allo stomaco i liquidi e gli alimenti solidi masticati che costituiscono il bolo alimentare, per i liquidi tale compito è possibile sia per gravità sia per contrazioni ritmiche delle fibre muscolari della parete dell'esofago. Il viaggio del bolo alimentare all'interno dell'esofago dura una decina di secondi, è un passaggio attivo, spinto da un’onda peristaltica, in questo caso la forza di gravità non gioca un ruolo importante, infatti il bolo arriva nello stomaco anche se si è in posizione capovolta.
L’esofago può essere colpito da malformazioni congenite, come un esofago troppo breve (brachiesofago) o troppo lungo (dolicoesofago); possono variare le dilatazioni, i restringimenti, o può mancare la canalizzazione dell’organo per un tratto più o meno esteso (atresia), questa condizione si può associare a fistole che creano comunicazioni anomale con le vie respiratorie.
L'esofago può essere soggetto a ferite, rotture, ustioni o perforazioni per ingestione di liquidi bollenti o caustici, penetrazioni di corpi estranei. Anche la motilità dell’esofago può essere disturbata: spasmi, discinesie, paralisi, acalasie (impossibilità di rilasciamento) del cardias.
Altre patologie con frequenza non rara sono: i diverticoli esofagei, dilatazioni della parete nel tratto faringoesofageo o nel tratto toracico; le varici esofagee, solitamente localizzate al terzo inferiore. L’esofago può andare incontro a processi infiammatori o esofagiti e croniche, al livello della giunzione esofago gastrica (esofago di Barrett) e a tumori. La diagnostica delle diverse forme di patologie che possono colpire l'esofago è basata soprattutto su esami radiografici, esofagoscopia ed esami istologici di eventuali prelievi bioptici.
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