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Sociofobia, l’ansia di relazionarsi agli altri








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Viviamo in un’epoca in cui impera la necessità di affermare se stessi, di creare una sorta di brand personale che ci renda unici, riconoscibili e vincenti tanto nella vita privata quanto in quella lavorativa. Per realizzare questo, bisogna interagire continuamente con gli altri ed essere sempre propositivi. Potrebbe sembrare un paradosso, ma date le premesse in fondo non è così strano che proprio in questi anni sia cresciuto fenomeno della sociofobia.

La sociofobia o fobia sociale è un disturbo d’ansia talmente invalidante da impedire a chi ne soffre di relazionarsi normalmente agli altri. È la paura di essere continuamente giudicati in maniera negativa per una presunta parola di troppo, una conversazione poco brillante, una scarsa performance professionale, un colloquio di lavoro, il rapportarsi con l’altro sesso. Chi soffre di fobia sociale, insomma, vive con agitazione le occasioni sociali che per gli altri sono semplice routine.

In apparenza il confine tra timidezza e sociofobia è molto sottile, in realtà chi teme l’interazione sociale di qualsiasi tipo avverte alcuni segnali inequivocabili del disturbo: tremore diffuso, sudorazione eccessiva, tachicardia, annebbiamento della vista, attacchi di panico, sensazione di soffocamento.
Le persone che convivono con la fobia sociale sperimentano una forte ansia già in previsione del verificarsi di un evento perché danno per scontato che si sentiranno giudicati, inadeguati, imbarazzati. Si alimenta così un circolo vizioso difficile da spezzare: si evitano una miriade di situazioni per sfuggire all’ansia sociale.

Per affrontare la sociofobia bisogna innanzitutto avere consapevolezza del problema, e sapere che la causa principale risiede nella famiglia d’origine e nel temperamento personale. Gli studiosi hanno infatti rilevato che spesso un soggetto sociofobico ha almeno un altro familiare con lo stesso disagio, e che i fattori genetici e caratteriali giocano un ruolo importante nella definizione della fobia sociale. Eppure non è una condanna irreversibile bensì un problema da affrontare. Come? La strada migliore è la psicoterapia cognitiva.

Un esperto psicologo psicoterapeuta aiuterà la persona sociofobica a indagare l’origine dell’ansia, a ricostruire le situazioni a rischio e quindi a opporsi loro con esercizi specifici.
La sociofobia è un disturbo invalidante che può essere curato: esserne consapevoli è il primo passo verso la guarigione.

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