Abbiamo chiesto alla psicologa e psicoterapeuta Dott.ssa Paola Vinciguerra di parlarci del bullismo, delle cause e dei sintomi che possono rivelare agli occhi dell’altro il disagio vissuto dalla vittima dei bulli.
Il termine bullismo deriva dalla parola inglese bullying. Viene usato per indicare un gruppo di comportamenti in cui una determinata persona fa o dice ripetutamente cose che hanno lo scopo di offendere o aggredire un’altra persona, la vittima. Il bullismo è un fenomeno trasversale, che non tiene conto né della classe sociale, né dell’età, né del genere. Si manifesta maggiormente tramite l’uso della violenza al fine d’intimidire, sminuire o perseguitare un soggetto più debole.
Il bullismo presenta tre caratteristiche principali:
- Sistematicità.
- Asimmetria di potere.
- Intenzionalità di creare un danno alla vittima.
Inoltre, va tenuto presente che gli atti di bullismo possono essere un fattore di rischio verso l’illegalità e la rinuncia all’istruzione.
L’ambiente familiare, inteso come contesto di apprendimento e di mediazione di norme, regole e valori, risulta particolarmente importante per quanto riguarda l’evoluzione di tale comportamento. Le vittime sono in genere timide e introverse, e i loro genitori sono molto coesi e protettivi, instaurando così un legame di stretta dipendenza. Spesso, gli episodi di bullismo si protraggono per lunghi periodi e la quantità di prepotenze fa diminuire la stima di sé della vittima.
Di solito si tendono a distinguere gli atti di bullismo in tre diverse forme:
- Diretto fisico: prevalentemente maschile, si manifesta tramite aggressioni fisiche, sottrazione o distruzione di oggetti di proprietà della vittima.
- Diretto verbale: sia maschile sia femminile, consiste nel deridere, insultare, prendere ripetutamente in giro la vittima.
- Indiretto: prevalentemente femminile, comporta l’isolamento sociale e intenzionale, esclusione dal gruppo, diffusione di pettegolezzi fastidiosi o storie offensive nei confronti della vittima.
È bene che i genitori si sforzino di dialogare con i propri figli, ma senza perdere la loro autorevolezza. La famiglia ha il compito di tramandare i modelli di riferimento da imitare. Inoltre, è auspicabile passare del tempo con i propri figli in modo da poter scoprire i loro interessi e le loro modalità d’interazione.
Alcuni consigli da seguire per prevenire il bullismo possono essere:
- Promuovere una sana competizione facendo in modo che non diventi prevaricazione.
- Spingere i propri figli a confrontarsi con i coetanei in modo costruttivo e non aggressivo.
- Aiutarli raggiungere obiettivi gratificanti tramite l’impegno e la dedizione verso qualcosa di loro interesse.
- Indurre i ragazzi a condividere interessi con i coetanei.
- Supportarli nell’identificazione e nell’espressione delle emozioni.