È considerato un problema esclusivamente maschile, e invece la calvizie colpisce anche il 50% della popolazione femminile con conseguenze a volte molto spiacevoli. Infatti, mentre l’uomo con l’alopecia può sentirsi a disagio e in imbarazzo, una donna senza capelli si sente privata di una parte della sua femminilità oltre che di un potente strumento di seduzione. Per questo motivo, la donna vive spesso con vergogna un problema che può essere risolto con l’aiuto di medici esperti.
A differenza dell’uomo, nella donna la calvizie non comporta la perdita totale dei capelli ma un’intensa degenerazione follicolare che può interessare anche il 60% della capigliatura. Si tratta di una degradazione lenta e progressiva che si può manifestare in tre fasi della vita: durante la pubertà, dopo la gravidanza o in menopausa. In ciascuna di queste fasi la donna subisce importanti trasformazioni ormonali che si ripercuotono anche sulla salute dei follicoli e, dunque, sul cuoio capelluto.
A prescindere dai normali cambiamenti fisiologici legati all’età, le cause scatenanti della calvizie femminile possono essere varie: predisposizione genetica, patologie tiroidee, stress, carenza di ferro e vitamine, disordini alimentari. Nonostante le diverse cause, tutte le donne con l’alopecia mostrano valori anomali della Prostaglandina D2, una proteina che inibisce l’azione dei follicoli del cuoio capelluto.
Le cure per la calvizie nella donna variano in base alla causa, e sono in linea di massima quattro: autotrapianto, rigenerazione cellulare non chirurgica, terapia laser e farmacologica. Nelle prossime settimane affronteremo in dettaglio le diverse possibilità di cura per l’alopecia androgenetica maschile e femminile. Per saperne di più adesso, puoi visitare il sito di hairclinic.